La Repubblica Democratica del Congo (RDC) continua a essere uno dei focolai più preoccupanti per la diffusione di patologie infettive nel mondo. In un contesto segnato da decenni di conflitti, infrastrutture sanitarie inadeguate e condizioni igieniche precarie, il paese è diventato il centro di una nuova emergenza sanitaria globale: l’epidemia di Mpox (vaiolo delle scimmie).
Dal 2022, il virus ha infettato oltre 37.000 persone e causato 1.451 decessi, con la maggior parte dei casi concentrati proprio in Congo. La situazione è ulteriormente peggiorata nel 2024 con la comparsa di una variante più forte e contagiosa del virus, il clade 1b, che ha provocato più di 13.000 contagi e 450 decessi solo nei primi sei mesi dell’anno.
A differenza del clade 2, responsabile dell’epidemia globale del 2022, che aveva colpito principalmente le comunità omosessuali con un tasso di letalità relativamente basso, il nuovo ceppo clade 1b si sta diffondendo in modo molto più ampio e colpisce senza distinzione uomini, donne e bambini. Matteo Bassetti, infettivologo e direttore del Reparto di patologie Infettive del Policlinico San Martino di Genova, ha spiegato che questo ceppo ha una letalità potenzialmente dieci volte superiore rispetto al clade 2.
“Il contagio avviene principalmente attraverso il contatto diretto con le lesioni cutanee o con i liquidi corporei della persona infetta” spiega Bassetti. “Anche se il virus potrebbe trasmettersi attraverso le goccioline di saliva, questa modalità richiede un contatto molto ravvicinato e prolungato. Non è un virus airborne come il Sars-CoV-2, quindi il rischio di una diffusione pandemica globale è molto basso“.
Il virus ha già superato i confini del continente, con casi riportati in Svezia, Spagna e Thailandia. Nonostante ciò, Bassetti ritiene che la possibilità di una diffusione massiva in Europa o in altri paesi occidentali sia remota. Le nazioni sviluppate dispongono di sistemi sanitari avanzati, con efficaci capacità diagnostiche, sorveglianza e disponibilità di vaccini.
“Mpox è già uscito dall’Africa, e sebbene non possiamo escludere completamente la possibilità di qualche decesso in Italia o in Europa, non c’è ragione di temere una pandemia. Siamo perfettamente in grado di contenere il virus” rassicura l’esperto. Il caso dell’epidemia di Mpox in Congo evidenzia ancora una volta l’importanza di investire in prevenzione e assistenza sanitaria nei paesi più vulnerabili. Garantire l’accesso a cure adeguate e rafforzare i sistemi di sorveglianza e prevenzione potrebbe salvare migliaia di vite e ridurre il rischio di una diffusione globale del virus.