Bacche di sambuco contro i virus influenzali

Un recente studio, condotto dall'Università di Sidney e pubblicato su Journal of Functional Food, ha dimostrato che le bacche di sambuco sono un ottimo alleato contro i virus influenzali.

Bacche di sambuco contro i virus influenzali

Contro l’influenza, i rimedi antichi e gli esperti consigliano tisane allo zenzero, suffumigi all’eucalipto, oltre all’assunzione di vitamina C, attraverso il consumo di arance. Recentemente, un team di ricercatori del centro di ricerca, Arc Training Centre for the Australian Food Processing Industry, dell’Università di Sidney, in Australia, ha riportato alla luce un nuovo alleato contro i virus influenzali: le bacche di sambuco.

Il sambuco (nome scientifico Sambucus Nigra) è un arbusto, caratterizzato da bacche nere e fiori color crema, appartenente alla famiglia delle Caprifoliaceae, che si trova principalmente in Europa e in Asia Occidentale, in montagna e in pianura. Fin dai tempi antichi, al sambuco sono riconosciute proprietà curative (proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e antibatteriche) contro i malanni della stagione fredda, ma solo ora, dopo le dimostrazioni scientifiche, è stato riscoperto.

Lo studio

Lo studio in questione è stato pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Functional Food. I ricercatori hanno osservato che i fitonutrienti e in particolare i composti antocianidinici, responsabili del colore viola delle bacche, contribuiscono ad evitare di far sviluppare il virus influenzale e rafforzare il nostro sistema immunitario.

Le bacche di sambuco allevierebbero alcuni sintomi dell’influenza, come congestione delle vie respiratorie, febbre e mal di gola. Per giungere a questa conclusione i ricercatori hanno analizzato l’effetto del succo su alcune cellule umane prima, durante e dopo aver preso l’influenza.

Il dott. Peter Valtchev, che ha partecipato allo studio, ha commentato: “Questo studio osservazionale è stata abbastanza sorprendente e piuttosto significativo perché bloccare il ciclo virale in più fasi ha una maggiore possibilità di inibire l’infezione virale”.

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