Aumento dei tumori: è colpa dei cellulari?

Le ricerche condotte nell'ultimo ventennio dall'Istituto superiore di sanità sembrano riportare responsi rassicuranti: l'uso dei cellulari a lungo termine non è correlato a un maggior rischio di contrarre un tumore.

Aumento dei tumori: è colpa dei cellulari?

Tutti ci siamo mostrati un po’ scettici nell’utilizzo dei telefoni cellulari, soprattutto nei primi anni della loro larga diffusione. Le domande che maggiormente ci ponevamo e sentiamo porci ancora oggi sono: siamo sicuri che non ci facciano male? Possiamo lasciare il nostro smartphone sul comodino o le radiazioni che emette sono pericolose?

Oggi la risposta a tutti questi interrogativi arriva dall’Istituto Nazionale di sanità, sulla base di studi portati avanti dal 1999 e terminati intorno al 2017. Il responso è il seguente: “in base alle evidenze epidemiologiche attuali, l’uso del cellulare non risulta associato all’incidenza di neoplasie nelle aree più esposte alle radiofrequenza durante le chiamate vocali”. Non si rilevano infatti incrementi di malattie come il glioma o di tumori benigni come il meningioma, il neuroma acustico, o di  tumori delle ghiandole salivari, associati a un uso prolungato del cellulare.

L’arco di tempo preso in esame da questo esperimento è di dieci anni ma non si possono ancora assicurare le conseguenze che i cellulari possono riportare su bambini e ragazzi cresciuti fin dalla tenera età a stretto contatto con gli apparecchi elettronici.

Nel documento del Servizio Sanitario Nazionale e del Sistema Nazionale di Protezione, vengono smentiti alcuni stereotipi. Oggi la maggiorparte delle reti Wi-fi hanno un livello di radiofrequenza minimo rispetto al limite ambientale, tanto da poter essere utilizzate in luoghi come ospedali e scuole, in tutta sicurezza.

Tutti gli smartphone dispongono di una connessione 3G o 4G, addirittura siamo vicini allo sviluppo di reti 5G, le cui radiofrequenze emesse sono 100-500 volte inferiori rispetto a quelle emesse da un dispositivo collegato ad una vecchia rete 2G. Come risaputo per minimizzare ancora le esposizioni alle radiazioni è sempre consigliato l’uso di auricolari o del vivavoce.

I dati raccolti non consentono ancora valutazioni accurate del rischio dei tumori intracranici a più lenta crescita ma la maggioranza degli studiosi è concorde nel ritenere che l’esposizione alle radiofrequenze non provoca un mutamento o un danneggiamento del DNA.

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