Atleta 18enne con i polmoni simili ad un 70enne: ricoverato dopo lo svapo

Il giovane atleta Adam Hergenreder è stato ricoverato in ospedale dopo aver fatto uso per più di un anno e mezzo di sigarette elettroniche: i suoi polmoni sono diventati simili a quelli di un 70enne.

Atleta 18enne con i polmoni simili ad un 70enne: ricoverato dopo lo svapo

Adam Hergenreder ha solo 18 anni ed è un atleta di Gurnee, nell’Illinois: è stato ricoverato dopo aver fatto uso dello svapo per almeno un anno e mezzo ed i suoi polmoni ora, secondo i medici, sono ridotti a quelli tipici di un uomo di 70 anni: al momento, però, come constatato mercoledì da Alex Azar, segretario alla Salute ed ai Servizi Umani degli Stati Uniti, gli investigatori non sono riusciti a fare chiarezza sull’identificazione della sua malattia e di quelle (in crescente aumento) di molti altri giovani in condizioni simili.

Adam ha purtroppo confidato che non è certo di poter guarire totalmente e far tornare la sua salute polmonare ad uno stato ottimale: lottatore di wrestler, teme tristemente che i suoi polmoni non gli permettano di sostenere sforzi fisici simili.

Quando ha iniziato a fare uso delle sigarette elettroniche credeva fossero sicure: il suo gusto preferito era il mango per il buon sapore e la sensazione che gli procurava, ma ciò che lo ha spinto maggiormente ad utilizzarle è stato il desiderio di omologazione con i suoi coetanei.

La madre Polly Hergenreder ha riferito che vedeva il figlio svapare al mattino, dopo essersi svegliato, per poi tossire: gli esperti affermano che la cartuccia di liquido, ricco di nicotina, inserita nelle sue sigarette elettroniche, rilasciasse la medesima quantità di un pacchetto di sigarette.

Il giovane è successivamente passato a svapare dall’e-liquid da banco alle sigarette elettroniche contenenti tetraidrocannabinolo THC: nel tempo hanno iniziato a comparire sintomi come brividi incontrollabili, fiato corto, respiro affannoso e vomito per tre giorni, che lo hanno condotto a recarsi dal proprio medico.

La terapia che gli fu prescritta inizialmente consisteva in farmaci antinausea, ma non diede gli effetti sperati: quindi, il 18enne cominciò a farsi visitare da altri medici, finché uno di loro gli chiese se stesse facendo uso delle sigarette elettroniche.

Alla sua risposta affermativa, venne sottoposto ad una TAC allo stomaco, che destò dei sospetti nell’area inferiore dei polmoni: da qui, si procedette ad una radiografia polmonare che finalmente fornì il quadro completato clinico, rappresentato da una grave malattia polmonare che lo aveva colpito e che necessitava d’un immediato ricovero ospedaliero.

La madre gli è stata accanto per i successivi 6 giorni in cui fu sottoposto a flebo ed ai tubi nasali per ricevere apporto di ossigeno: il dottor Stephen Amesbury, pneumologo e medico di terapia intensiva all’Advocate Condell Medical, ha spiegato che la sua capacità respiratoria avrebbe potuto peggiorare drasticamente, fino a condurne al decesso, se non si fosse recato in ospedale entro i successivi 2-3 giorni.

Attualmente, il ragazzo è stato dimesso e si trova a casa dove si sta sottoponendo a trattamenti, nonostante fatichi a svolgere le attività quotidiane a causa della difficoltà respiratoria: nel frattempo, ha deciso di condividere la sua storia con il resto del mondo, convincendo anche alcuni dei suoi amici a smettere di svapare.

I centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno definito un focolaio gli oltre 450 casi polmonari riscontrati, caratterizzati da una possibile associazione con l’utilizzo di sigarette elettroniche negli Stati Uniti.

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