Assumere statine per ridurre il rischio di fibromi uterini

Un recente studio americano sembrerebbe aver dimostrato che assumere statine per almeno due anni riduce il rischio di sviluppare fibromi uterini, oltre a ridurne i sintomi nelle donne a cui il fibroma uterino è già stato diagnosticato.

Assumere statine per ridurre il rischio di fibromi uterini

Secondo un recente studio pubblicato sulla rivista American Journal of Obstetrics & Gynecology e condotto dai ricercatori della University of Texas Medical Branch, le donne che assumono per un certo periodo di tempo statine avrebbero un minor rischio di sviluppare fibromi uterini, tumori benigni conosciuti anche con il nome di leiomiomi o di miomi, che interessano circa il 30% delle donne.

Le statine, per coloro che non lo sapessero, sono dei farmaci, di derivazione naturale o sintetica, che generalmente vengono utilizzati, così come la simvastatina, per trattare l’ipercolesterolemia (eccesso di colesterolo nel sangue). Infatti, bloccando l’enzima HMG-CoA reduttasi (l’enzima epatico responsabile della produzione del colesterolo) prodotto dal fegato, questi farmaci consentono di regolare i livelli di colesterolo nel sangue, riducendo in particolare il colesterolo LDL, ovvero il cosiddetto colesterolo “cattivo”.

Per giungere a questa interessante relazione tra statine e riduzione del rischio di fibromi uterini, i ricercatori hanno preso in esame ben 47713 donne con diagnosi di fibroma uterino143139 controlli senza fibromi. Ciò che si è osservato è che assumere statine per un periodo di almeno due anni riduce sensibilmente il rischio di ricevere una diagnosi di fibroma uterino.

I ricercatori hanno inoltre osservato che anche nelle donne che già soffrono di fibroma uterino l’utilizzo di statine riduce il dolore, il rischio di emorragia (i sanguinamenti sono una delle principali caratteristiche dei fibromi uterini) e, di conseguenza, il rischio di sviluppare anemia. Questo accade perché le statine stabilizzano le pareti dei vasi sanguigni.

Precedentemente altri studi avevano dimostrato gli effetti anti-tumorali delle statine relativamente ad altre tipologie di tumore, tra cui quello alla mammella, alle ovaie, alla prostata, al colon, al polmone.

Gli esperti però invitano, soprattutto alla luce di diversi effetti collaterali derivanti dall’uso frequente delle statine (perdita cognitiva, neuropatia, disfunzioni sessuali, acidosi, febbre frequente, degenerazione del tessuto muscolare), alla prudenza e sottolineano che saranno necessari ulteriori studi e trial per poter confermare questo effetto protettivo e curativo delle statine.

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