Aspirina a basse dosi per ridurre il rischio di tumore al fegato

Un recente studio condotto dai ricercatori del Karolinska Institute e del Massachusetts General Hospital ha dimostrato che l'utilizzo di aspirina a bassi dosaggi può condurre ad una riduzione del rischio di tumore al fegato.

Aspirina a basse dosi per ridurre il rischio di tumore al fegato

Secondo un recente studio pubblicato sul New England Journal of Medicine e condotto da un team di ricercatori del Karolinska Institute, in Svezia, e del Massachusetts General Hospital (MGH), l’aspirina a basso dosaggio ridurrebbe il rischio di sviluppare un tumore al fegato e i benefici sarebbero maggiori quanto più è lungo il tempo di assunzione.

Per giungere a questa importante conclusione, i ricercatori hanno esaminato le informazioni provenienti dai registri svedesi relativi a ben 50.275 adulti con epatite virale cronica, il fattore di rischio più comune per il cancro al fegato. Di queste, circa 14.205 persone adulte facevano uso di aspirina a basso dosaggio (75 mg o 160 mg). I ricercatori hanno osservato che il rischio di carcinoma epatocellulare (HCC) è stato ridotto del 31% e la mortalità epatica è diminuita del 27% con l’aspirina.

Inoltre, il rischio è risultato essere più basso per coloro che utilizzano l’aspirina a basso dosaggio da 3-5 anni. L’HCC costituisce attualmente la quarta causa di morte per cancro in tutto il mondo; si tratta di una patologia associata nella maggior parte dei casi a epatite B (HBV) e C (HCV).

Tracey G. Simon, l’autore principale dello studio, ha commentato: “Alcuni studi precedenti avevano mostrato un beneficio dipendente dalla durata dell’uso dell’aspirina nella prevenzione del carcinoma epatocellulare in popolazioni più piccole. Questo studio è il primo a confermare una relazione durata del trattamento-risposta con l’uso di aspirina a basse dosi in una popolazione europea non selezionata, con epatite virale confermata”.

Tuttavia, i risultati di questo studio per ora non cambiano la pratica clinica: gli esperti sottolineano che è infatti prematuro prescrivere basse dosi di aspirina in pazienti che soffrono di epatite virale per la sola indicazione di prevenzione del carcinoma epatocellulare nella pratica clinica, senza il supporto di dati prospettici randomizzati. Saranno necessari ulteriori studi in pazienti con cirrosi compensata e scompensata, per determinare il momento ottimale per iniziare o interrompere il trattamento con aspirina, al fine di massimizzare il beneficio e ridurre le complicanze.

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