Arriva l’occhio bionico wireless: nel 2016 test sull’uomo

Arriva il progetto dell'occhio bionico per ridare la vista ai cechi: il dispositivo sarà wireless, senza fili collegati al cervello, e trasmetterà dati a speciali microchip in ceramica. L'inizio dei test sull'uomo è previsto per il 2016

Arriva l’occhio bionico wireless: nel 2016 test sull’uomo

Il poter guardare il mondo anche da ciechi, senza alcun filo collegato al cervello, potrebbe ben presto diventare realtà. E’ stato infatti messo a punto lo straordinario progetto per un occhio bionico, elaborato dalla Monash University di Melbourne, che promette di regalare a chi è affetto da cecità la possibilità di poter guardare il mondo. Come qualsiasi altra persona.

I ricercatori dell’università australiana hanno infatti messo a punto un innovativo sistema di visione wireless, composto da una telecamera digitale montata su un paio di occhiali speciali, capace di inviare dati visivi ad un minuscolo microchip realizzato in ceramica, che verrà appositamente piantato all’interno della corteccia cerebrale mediante un’operazione chirurgica.

Nel caso in cui il dispositivo dovesse venire effettivamente commercializzato su larga scala, è stato previsto che potrà aiutare oltre l’85% delle persone attualmente considerate “legalmente cieche”. Jeffrey Rosenfeld, responsabile del progetto dell’occhio bionico, ha reso noto che un primo prototipo è già stato realizzato in via sperimentale in laboratorio, e che funziona correttamente. La rivelazione è stata offerta al mondo in occasione della riunione scientifica annuale dell’American Association for Neurology Surgeons tenutasi a Washington (USA).

La realizzazione di questo futuristico dispositivo ottico non è stata affatto semplice, come spiegato dallo stesso Rosenfeld, in quanto il dispositivo deve “capire” quali sono le informazioni visive necessarie da raccogliere e trasmettere al cervello. Per calibrarlo, gli scienziati hanno ricreato ciò che una persona è in grado di vedere dopo l’impianto degli elettrodi nella corteccia cerebrale, sviluppando poi un programma capace di riprendere un’immagine da una videocamera, e fare una selezione delle informazioni ritenute importanti, per poi “consegnarle” agli elettrodi deputati alla stimolazione del cervello.

“L’idea è di tagliar fuori la parte confusa o non necessaria nell’immagine-ha spiegato Jeffrey Rosenfeld-e presentare solo l’informazione importante. C’è una telecamera nella parte anteriore, e la telecamera è in realtà molto simile ad una telecamera di iPhone, così riprende azioni vive ed a colori”.

Ora la prossima sfida sarà quella di rendere il prototipo dell’occhio bionico ergonomico, come annunciato dallo stesso responsabile del progetto: “Vogliamo renderlo comodo, leggero e regolabile in modo che si adatti alle diverse dimensioni e forme della testa, e abbia un aspetto piacevole. Non vogliamo fili volanti intorno alla testa dell’utente […] ha bisogno di un look sofisticato ed appropriato, che somigli meno ad una protesi e più ad un dispositivo Bluetooth”.

Per quel che concerne i test sull’uomo, le sperimentazioni umane sono previste nel 2016, e vi si sottoporranno cinque pazienti che hanno perduto la vista. “E’ possibile impiantare diversi tasselli, in modo da contare su diverse centinaia di elettrodi. Più saranno gli elettrodi, più dettagliata sarà l’immagine” ha concluso Rosenfeld.

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