Negli ultimi tempi l’agricoltura biologica e i nutrizionisti stanno rivalutando il grano (o frumento) monococco: un tipo di cereale scomparso quasi completamente dalle nostre coltivazioni e che per migliaia di anni non è stato più utilizzato. Proprio sul nuovo riutilizzo di questo grano si è parlato e anche delle sue proprietà, che oggi vengono riscoperte per i benefici che porta nella nutrizione.
Infatti, secondo recenti studi, questo tipo di grano sarebbe addirittura un valido alleato per prevenire l’insorgere della celiachia. Come è possibile? Pare che il triticummonococcum, che è il nome scientifico del cereale, sia presente nella sua variante selvatica sin dai tempi del Neolitico, un periodo che risale a circa 12.500 anni fa. Noi loconosciamo nella versione odierna nel tipo “domesticato”, che risale a circa 10.500 anni fa.
Per ben seimila anni questo grano è stato uno dei principali alimenti di sostentamento dei nostri progenitori. Solo dopo è stato vi a via sostituito dal farro e poi dal frumento duro e tenero. Perché i progenitori hanno abbandonato questo grano? La ragione è semplice: pare che il motivo sia stato la sua scarsa resa nelle coltivazioni. Oggi questo grano viene riproposto per il suo gusto genuino e per le sue proprietà nutrizionali e soprattutto per i benefici che apporta sulla salute umana.
La proprietà particolare di prevenzione della celiachia ne fa un valido alleato per debellare questa patologia che affligge tante persone, Lo studio del Cnr, ultimo in ordine di tempo, ha accertato che il piccolo farro (altro nome del cereale) contiene “un glutine più digeribile rispetto al grano tenero e potrebbe essere adatto per soggetti sensibili a questa sostanza”.
I ricercatori hanno dimostrato come la parte proteica del glutine, che danneggia l’organismo dei celiaci, venga distrutta durante il processo di digestione del monococco. Questo processo non si verifica quando viene consumato il grano tenero, mentre il glutine del monococco sarebbe più fragile e più digeribile rispetto al grano tenero