Più mezzo milione di casi d’infezioni antibioticoresistenti nel mondo. In particolare si tratta di quelle che riguardano il batterio E. Coli, Staphylococcus aueus, Streptococcus pneumoniae e Salmonella spp. È quanto è emerso dal primo rapporto dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) sulla sorveglianza e il monitoraggio dell’antibioticoresistenza del sistema Global Antimicrobial Surveillance System (Glass).
Ma si tratta di una stima probabilmente inferiore ai dati reali poiché i numeri disponibili sono relativi soltanto a 22 Paesi in tutto il mondo e nel conteggio non sono tenuti in considerazione i casi di resistenza a infezione da tubercolosi (Tbc).
Dal momento che l’Oms fornisce aggiornamenti con cadenza annuale in un rapporto specifico, ci sarebbero i 490mila casi di Tbc multiresistente del 2016 da aggiungere alla cifra già stimata, in totale sarebbero perciò quasi un milione di casi all’anno sul pianeta.
Mezzo milione di infezioni ogni anno dice l’OMS
“Il rapporto conferma la grave situazione di resistenza agli antibiotici in tutto il mondo“, ha spiegato Marc Sprenger, direttore del Segretariato della resistenza antimicrobica dell’Oms. Un report in realtà già previsto, visto che molti anni studi e analisi mettono in guardia dal fenomeno dei super batteri. L’ultimo allarme in questa direzione era arrivato lo scorso mese di novembre nel corso dell’European antibiotic awarness day tenutosi a Bruxelles.
Secondo Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, “anche se i dati dell’Oms sono ancora solo stime, il fenomeno dell’antibioticoresistenza resta un problema importante, soprattutto negli ospedali, dove quando le infezioni si diffondono nei reparti, possono essere molto pericolose“. E i numeri sembrano essere piuttosto chiari ed eloquenti: solo nell’ultimo anno infatti sono stati circa 7000 i morti per infezioni batteriche contratte nei nosocomi italiani. “Eppure basterebbe poco per fare prevenzione in modo corretto ed evitare che le infezioni si diffondano – ha ricordato Rezza – . E’ sufficente un semplice gesto, quello di lavarsi bene le mani“.