Anoressia in aumento anche tra i bambini

L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma ha programmato per la giornata di domani un incontro, a cui parteciperanno numerosi esperti, per far conoscere meglio il problema dell’anoressia, malattia sempre più comune anche tra i bambini

Anoressia in aumento anche tra i bambini

Per mercoledì 2 dicembre 2015 alle ore 16,30, presso l’Auditorium San Paolo di Roma, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ha programmato un incontro dal titolo “Felicemente imperfetta” per informare le persone su un tema delicato quale quello dell’anoressia, una malattia che nel 2014 ha registrato al Bambino Gesù 230 nuove diagnosi, un terzo in più rispetto al 2013.

Tra gli esperti che interverranno, illustrando le cause della comparsa e il modello di cura della malattia, vi saranno Stefano Vicari, responsabile Neuropsichiatria Infantile Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Armando Cotugno, responsabile UOSD Disturbi del comportamento alimentare ASL Roma 3, Marco Pasquali, chef Terre e Domus, Ilaria Caprioglio, scrittrice.

Questo incontro sarà anche l’occasione per illustrare gli ultimi dati, piuttosto allarmanti, relativi al fenomeno: nel 95% dei casi l’anoressia coinvolge ragazze e ragazzi di età compresa tra i 12 e i 17 anni, ma di anno in anno l’età di “comparsa” tende ad abbassarsi, tanto da riscontrare i sintomi caratteristici dell’anoressia anche in bambine di 8-9 anni. Attualmente l’anoressia colpisce tra lo 0,2 e lo 0,8% dei bambini e ragazzi in età pediatrica, ma queste percentuali saranno probabilmente destinate a crescere nei prossimi anni.

Tuttavia, in questo scenario preoccupante, c’è una buona notizia: la percentuale di guarigione dall’anoressia aumenta fino al 90% se l’esordio della malattia è precoce e dunque si può intervenire con programmi terapeutici che prevedono un ruolo attivo anche dei genitori.

Una spiegazione di questo ci viene data dalla psicoterapeuta Valeria Zanna, la quale racconta: “Anche nei più piccoli i sintomi dell’anoressia possono essere del tutto simili a quelli delle forme adulte: vediamo bambine di 8 o 9 anni che smettono di mangiare, conteggiano le calorie e hanno un’attenzione esasperata per il proprio aspetto fisico. Ma la personalità di un bambino è ancora in via di sviluppo, il disturbo non ha tempo di cronicizzare ed è per questo che l’intervento terapeutico risulta più efficace”.

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