Aneurisma, creati mini robot che ne prevengono la rottura

Questi robot, che possono essere guidati con precisione all'interno dei vasi sanguigni, rappresentano una svolta nel trattamento degli aneurismi, una condizione in cui le arterie si dilatano e rischiano di rompersi, causando gravi danni cerebrali o il decesso.

Aneurisma, creati mini robot che ne prevengono la rottura

Un team di ricerca internazionale ha sviluppato dei piccoli robot, controllati tramite campi magnetici, che potrebbero rivoluzionare il trattamento degli aneurismi cerebrali, una condizione in cui le arterie del cervello si dilatano pericolosamente, rischiando di rompersi e causando ictus ischemici, disabilità permanenti e, in molti casi, il decesso. Ogni anno, migliaia di persone in Italia perdono la vita a causa di malattie cerebrovascolari, tra cui gli ictus provocati proprio dalla rottura di aneurismi non trattati in tempo. Questi microrobot, con dimensioni simili a quelle di un virus o a una frazione di globulo rosso, vengono guidati con estrema precisione nel punto esatto in cui si trova l’aneurisma, grazie a un controllo magnetico esterno.

Una volta raggiunta la destinazione, i robot rilasciano un farmaco coagulante, come la trombina, che favorisce la formazione di coaguli, bloccando così l’aneurisma e prevenendone la rottura. Dopo aver completato il loro compito, i microrobot si dissolvono naturalmente, eliminando la necessità di interventi chirurgici o l’inserimento di dispositivi permanenti come stent o clip. Sebbene la tecnologia sia stata finora testata solo su modelli animali, in particolare su conigli con aneurismi cerebrali, i risultati sono stati estremamente promettenti. I ricercatori sono riusciti a indirizzare con successo i microrobot attraverso i vasi sanguigni fino all’area interessata, dove hanno rilasciato il farmaco coagulante, sigillando efficacemente l’aneurisma e prevenendo le gravi conseguenze di una sua rottura. Questi risultati rappresentano un passo avanti significativo nella ricerca di soluzioni meno invasive e più efficaci per il trattamento di condizioni cerebrali critiche.

Il progetto è stato guidato da un gruppo di scienziati cinesi dell’Istituto per gli Ultrasuoni in Medicina di Shanghai e della Scuola di Ingegneria dell’Università di Edimburgo, in collaborazione con varie istituzioni di ricerca. Tra queste figurano l’Università Jiao Tong e il Sesto Ospedale del Popolo di Shanghai. Il coordinatore del progetto, il professor Qi Zhou, biofisico dell’Università di Edimburgo, ha spiegato che il cuore di questi microrobot è costituito da ossido di ferro (Fe3O4), che permette il loro controllo magnetico, mentre l’involucro esterno è composto da un materiale a cambiamento di fase che si scioglie a una temperatura di circa 42,5°C, rilasciando così il farmaco coagulante nel sito dell’aneurisma.

Attualmente, il trattamento degli aneurismi cerebrali prevede interventi complessi, come l’inserimento di stent e spirali metalliche attraverso cateteri, una procedura delicata che può richiedere ore di intervento e comporta rischi significativi, inclusi danni ai vasi sanguigni e complicazioni post-operatorie. I microrobot offrono una soluzione molto meno invasiva, permettendo di trattare l’aneurisma in modo più rapido e preciso, riducendo anche la necessità di farmaci anticoagulanti che, sebbene efficaci, possono causare gravi effetti collaterali come emorragie incontrollate.“Questa tecnologia potrebbe aprire nuove prospettive nel trattamento di condizioni mediche critiche come gli aneurismi cerebrali” ha dichiarato il professor Qi Zhou.

I microrobot ci permetteranno di effettuare riparazioni chirurgiche con minori rischi rispetto ai metodi convenzionali e di somministrare farmaci con precisione millimetrica in parti del corpo difficili da raggiungere”. Tuttavia, Zhou ha sottolineato che, nonostante i risultati promettenti sui modelli animali, sarà necessario ancora molto lavoro prima di poter applicare questa tecnologia sugli esseri umani, data la complessità del corpo umano e le sfide che la manipolazione magnetica dei microrobot comporta. I dettagli dello studio, che rappresentano una pietra miliare per la medicina mini-invasiva, sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Small, e segnano un importante passo avanti verso l’utilizzo clinico di queste innovative tecnologie di trattamento.

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