Alzheimer, scosse magnetiche riaccendono i ricordi

Tra i diversi esperimenti e tentativi di ridare i colori della "vita" ai malati di Alzheimer in questi giorni uno studio ha dato voce alla stimolazione magnetica transcranica (Tms)

Alzheimer, scosse magnetiche riaccendono i ricordi

Frequentare una persona cara malata di Alzheimer e non essere riconosciuti è un incontro che strazia il cuore e si farebbe di tutto pur di far tornare i ricordi, i volti, le voci… il tempo vissuto assieme nella memoria della persona cara. Per tutte queste persone c’è una nuova speranza!

La nuova tecnica, che consiste in scosse magnetiche che inducono corrente elettrica nel cervello, ha dato dei segnali convincenti senza essere invasiva. I primi a sperimentata sono stati 16 volontari di età compresa tra i 18 e i 35 anni, negli Usa dalla Northwestern University di Chicago. Ne parla uno studio pubblicato sulla rivista scientifica ‘Science Advances‘.

Il metodo utilizzato – chiamato Tms (stimolazione magnetica transcranica) – consiste nel posizionare per 20 minuti una grande bobina sul cuoio capelluto del paziente, facendola agire sulle aree della memoria del cervello. La tecnica è stata applicata per più giorni, mentre la bobina stava sul cuoio capelluto i pazienti percepivano la sensazione “di ricevere ogni secondo 20 tocchi leggeri“, ha spiegato Voss.

I volontari che si sono sottoposti a questa cura hanno dimostrato che il metodo è in grado di aumentare la capacità di ricordare le connessioni tra fotografie diverse. L’effetto della stimolazione ha una durata di almeno 24 ore.

Il quotidiano britannico ‘Daily Mail‘, scrive che se questo successo avesse delle conferme, si aprirebbe “un trattamento rivoluzionario contro la perdita di funzioni cognitive” che potrebbe essere associato anche ad altre situazioni con perdita di memoria come l’invecchiamento, l’ictus e i traumi cranici.

Il docente di neurologia alla Northwestern, autore senior dell’esperimento, Joel Voss, ha parlato del metodo con entusiasmo: “poter manipolare i circuiti della memoria in questo modo molto specifico è certamente promettente per intervenire nei disturbi della memoria insorti per varie cause”. La stimolazione non invasiva che questo metodo mette in atto potenzia “l’eccitabilità del circuito cerebrale bersaglio”, ha spiegato il Joel Voss e ciò “significa far fare a questo circuito quello che fa naturalmente durante la formazione dei ricordi“.

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