Alzheimer: lavarsi i denti può tardarne la comparsa

Ricercatori norvegesi dell'Università di Bergen hanno confermato che c'è una connessione tra le malattie gengivali e lo sviluppo del morbo di Alzheimer.

Alzheimer: lavarsi i denti può tardarne la comparsa

Lavarsi i denti è importante non solo per il benessere della bocca, ma di tutto il corpo. I problemi dentali possono causare numerose malattie come l’ictus, problemi cardiovascolari e ai reni. Un ascesso non curato può portare anche alla morte. E’ quanto è successo ad una ragazza di Palermo nel 2014, che ha rimandato una devitalizzazione per settimane, perché non poteva permettersi di pagare il dentista, fino a quando i batteri hanno raggiunto i polmoni causandole la morte.

Ora sappiamo che una cattiva igiene orale e gengive infiammate possono portare anche a malattie neuronali. Infatti, il ricercatore Piotr Mydel, con la sua equipè dell’Università di Bergen, ha voluto studiare la connessione tra malattie gengivali (gengivite e parodontite) e Alzheimer. Studi precedenti avevano scoperto che i batteri che provocano la gengivite possono diramarsi dalla bocca fino ad arrivare al cervello, dove emettono enzimi nocivi che distruggono le cellule neuronali. La degenerazione neuronale provoca all’inizio delle perdite di memoria e, progredendo, favorisce la comparsa e l’avanzamento del morbo di Alzheimer.

La ricerca di Mydel ha voluto una conferma di queste teorie attraverso lo studio del DNA e del cervello di pazienti affetti dal morbo. Si è scoperto che il Porphyromonas gingivalis, il batterio che causa la parodontite cronica, è presente nel cervello del 96% dei malati di Alzheimer esaminati. Ci sarebbe pertanto una connessione tra le due malattie. Il batterio non provoca da solo la malattia, precisa Mydel, ne favorisce però l’insorgenza in modo sostanziale e ne accelera il decorso.

Conseguenze

La scoperta inquietante ha in realtà risvolti positivi. Il primo è che è stata avviata la ricerca per la produzione di un medicinale che possa diminuire la presenza del batterio nel cervello. Questa cura non farà guarire chi è già ammalato, ma permetterà di rallentare significativamente il decorso della degenerazione neuronale. Il farmaco è ancora in fase di sperimentazione animale, ma sta dando buoni risultati.

Il secondo è che ora sappiamo che possiamo prevenire l’Alzheimer con una corretta igiene orale, usando anche il filo interdentale e il collutorio e, come suggerisce Mydel, facendo regolari controlli dal dentista.

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