Allarme dei medici: "Operiamo con strumenti rotti grazie ai tagli del Governo"

Allarme shock dei medici: un'inchiesta rivela i tragici risvolti dei tagli alla Sanità apportati dal Governo. "I bisturi non tagliano, le valvole cardiache sono difettose. Così i pazienti rischiano la vita".

Allarme dei medici: "Operiamo con strumenti rotti grazie ai tagli del Governo"

E’ una vera bomba quella lanciata dai medici dell’Acoi, l’Associazione chirurghi ospedalieri italiani, sullo stato della Sanità pubblica a fronte degli scriteriati tagli apportati dal Governo. Una denuncia che arriva direttamente per bocca del presidente Acoi Diego Piazza, oramai incapace di tacere dopo anni di pericolosi tagli alla Sanità.

La questione è già stata ampiamente dibattuta più volte, seppure mai approfondita realmente dalle masse, non essendo rappresentata dai media come un tema di scottante attualità. Eppure, ribadiscono i medici, si tratta di una tematica che dovrebbe figurare tra le più impellenti priorità di ogni comune cittadino, perché riguarda direttamente il suo diritto alla salute.

Stanno cancellando ad uno ad uno i Diritti fondamentali dell’uomo, annientando il Diritto alla Salute in nome della spending review” ha affermato Piazza, lapidario. Perché la Carta della qualità in chirurgia, datata 2007, dovrebbe garantire la massima qualità e sicurezza possibile ad ogni cittadino durante il ricovero ospedaliero. Eppure ad oggi una situazione del genere è talmente lontana dalla realtà, da far risultare il suddetto documento come una clamorosa presa per i fondelli.

Si sarebbe pututo dire “beffa“, ma il termine sarebbe risultato eccessivamente eufemistico. Il nucleo della questione è semplice: l’ordine che arriva dal Governo, di risparmiare il più possibile su qualsiasi cosa riguardi la Sanità pubblica, ha avuto come conseguenza diretta l’acquisto di attrezzature chirurgiche scadenti, degne dei peggiori laboratori clandestini.

Strumenti questi come bisturi che non tagliano, o valvole cardiache difettose, da installare in pazienti che successivamente i medici dovranno guardare negli occhi, con la consapevolezza di averli “curati” con uno strumento che ben presto smetterà di funzionare. Rendendo così necessaria un’ulteriore operazione, nel migliore dei casi. La peggiore delle ipotesi? Semplice da intuire.

In sintesi, ciò che stanno denunciando i medici italiani è che il Governo li sta costringendo ad operare in condizioni disperate, senza gli strumenti necessari a garantire la sicurezza dei pazienti; e persino la poca strumentazione rimasta non è a norma, con la conseguenza di aver fatto ripiombare le sale operatorie indietro di decine di anni in termini di qualità e sicurezza degli interventi.

Ciliegina sulla torta: il regime di spending review non solo aumenta esponenzialmente il tasso di mortalità ed il rischio di danni permanenti per i pazienti, ma è anche anti-economico per lo Stato. Perché, come spiegato da Stefano Bartoli, segretario nazionale Acoi: “Dovendo utilizzare due o tre bisturi per ogni intervento, la scelta diventa antieconomica“.

Questo vale per qualsiasi cosa utilizzata nelle sale operatorie: per una semplice manovra dobbiamo usare più siringhe, perché non funzionanti in fase di aspirazione. E i guanti? Si bucano appena indossati” ha rincarato la dose il presidente Diego Piazza. I medici dunque sono concordi: con la spending review sulla Sanità lo Stato non ci guadagna, ed i pazienti hanno solo da perderci; chi la salute, chi-purtroppo-la vita.

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