E’ partito l’allarme tra le associazioni che si occupano della tutela dei consumatori, riguardo ad un probabile pericolo alimentare proveniente dalle regioni dell’Est. Al centro del problema c’è l’acido tartarico, una sostanza comunemente presente nell’organismo ed utile al bilanciamento della naturale acidità del corpo, ma che sta venendo pian piano soppiantata da un elemento artificiale dannoso per la salute. Quest’ultimo infatti viene spesso utilizzato come surrogato dell’acido tartarico, ma è in realtà un derivato del benzene, tutt’altro che sicuro rispetto all’additivo visto in precedenza. E nient’affatto naturale.
Questo derivato del benzene infatti è già al centro di una forte disputa tra i ricercatori che hanno annunciato pericolosamente la sua pericolosità, in quanto altamente cancerogeno oltre che tossico, e le aziende che ne fanno utilizzo (a causa del suo costo inferiore rispetto all’acido tartarico), e che bollano invece le preoccupazioni riguardanti la sua pericolosità come “infondate“. I prodotti interessati sono molteplici: l’acido tartarico viene infatti utilizzato per la produzione di farmaci, caramelle, dentifrici, dolci, vino, pane, succhi di frutta e persino latte per neonati.
Insomma, il derivato del benzene usato come surrogato di quest’acido naturale potrebbe potenzialmente raggiungere chiunque, dai neonati fino alle persone più anziane. L’acido tartarico viene prodotto a partire dall’uva, e per questa ragione l’Italia risulta essere il più grande produttore mondiale di questa sostanza; che viene però giudicata troppo cara da alcune multinazionali, che preferiscono ricavare artificialmente surrogati tossici con i quali correggere i propri prodotti.
Great Italian Food Trade ha già denunciato che queste sostanze artificiali vengono sintetizzate facendo uso di derivati del benzene e prodotti OGM, mentre l’ex Ministro per l’Agricoltura Paolo De Castro ha affermato in merito: “Ho chiesto ragguagli urgenti alla Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale di cui faccio parte. Siamo stati avvisati di questa situazione dalle filiere produttive, e dev’essere fatta chiarezza al più presto”.
Più categorico Dario Dongo, esperto di diritto alimentare: “Già nel 1977 gli studi dimostravano che l’acido tartarico sintetico si accumula nei reni, portandoli a nefrosi, ed il Comitato scientifico dell’Alimentazione umana ne aveva escluso l’utilizzo negli alimenti in Europa, nel 1991 Ma i recenti regolamenti europei sull’utilizzo degli additivi negli alimenti non distinguono tra il naturale ed il sintetico-denuncia Dongo-Basti pensare che paradossalemnte, il regolamento UE 872/12, che non determina regole per il tartarico di sintesi negli alimenti, lo vieta negli oggetti di materia plastica destinati a venire in contatto con gli alimenti”.
Insomma, queste nuove sostanze che per le multinazionali sono “sicure”, sono al contempo ritenute troppo pericolose per la salute dai regolamenti europei, da non poter venire utilizzate nemmeno per la produzione di contenitori di alimenti. Ma qualcuno si è dimenticato di aggiungere che non dovrebbero venire usate nemmeno per la produzione degli alimenti stessi. Chapeau.