Alcuni dolcificanti artificiali aiutano ad annientare le cellule tumorali

Una ricerca coordinata dall’Università di Firenze, arriva alla conclusione che alcuni dolcificanti naturali, come quelli a base di saccarina e acesulfame, sono in grado di poter uccidere le cellule tumorali.

Alcuni dolcificanti artificiali aiutano ad annientare le cellule tumorali

Per anni considerati come il fumo negli occhi, ora invece, in netta controtendenza rispetto al passato, i dolcificanti potrebbero essere clamorosamente riabilitati. Stando a quanto emerso da uno studio condotto da Claudiu Supuran, docente presso l’Università di Firenze che si è altresì avvalso della collaborazione dei ricercatori dell’Università della Florida, della King Saud University e degli istituti egiziani National Research Center e Kafrelsheikh University, i dolcificanti artificiali sarebbero in grado di combattere i tumori.

Così come documentato per mezzo di un articolo apparso sul Journal of Medicinal Chemistry, le sostanze contenute in molti dolcificanti artificiali possono uccidere le cellule cancerogene. Ad ogni modo non tutti i dolcificanti avrebbero dimostrato queste proprietà, ma solo quelli a base di saccarina e acesulfame.

Almeno in vitro, queste due sostanze avrebbero annientato le proteine delle cellule malate senza danneggiare in alcun modo quelle sane. In altre parole a dispetto dei timori emersi negli scorsi decenni, queste sostanze almeno teoricamente non sarebbero dannose per la nostra salute. Di conseguenza sarebbe del tutto ingiustificato quello che fu l’allarmismo diffuso a partire dagli anni Settanta, quando si iniziò a collegare la saccarina al tumore alla vescica.

Tutto ciò non deve però far credere che sciogliendo una bustina di dolcificante artificiale nel caffè, si possa efficacemente combattere i tumori. Più che altro, i risultati conseguiti devono spingere la ricerca a studiare questi composti, al fine di poterli introdurre in alcuni farmaci studiati per i pazienti oncologici.

Come aggiunto dall’ordinario di Chimica farmaceutica dell’Ateneo fiorentino, il prossimo obiettivo sarà quello di individuare quale composto ricavato dall’unione di queste sostanze sarà in grado di inibire con maggiore efficacia l’anidrasi carbonica, l’enzima responsabile della crescita delle cellule cancerogene. Solo in questo modo sarà infatti possibile ottenere una cura più efficace, che garantisca allo stesso tempo degli effetti collaterali ridotti al minimo.

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