In genere esagerare con il consumo di alcolici non fa mai bene alla salute, ma questo diventa ancor più vero se si è in stato interessante. Infatti un gruppo di ricercatori italiani e spagnoli, diretti da Simona Pichini dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), ha di recente condotto uno studio, pubblicato su “Clinical Chemistry and Laboratory Medicine”, che dimostra che il consumo di alcol (anche se si tratta di piccole quantità) nel corso della gravidanza può comportare rischi anche gravi al futuro bambino, tra cui malformazioni, disturbi dell’apprendimento, del comportamento e disturbi mentali.
Tutte queste problematiche legate al consumo di alcol in gravidanza fanno parlare della cosiddetta Sindrome Feto Alcolica (Fasd), prevenibile al 100% se si evita l’alcol nei nove mesi che costituiscono la gravidanza.
A queste conclusioni si è arrivati dopo aver seguito ben 168 coppie mamma-neonato dell’Hospital del mar di Barcellona. Da una serie di analisi condotte su mamma e neonato è emerso che tracce dell’alcol consumato in gravidanza sono rilevabili sia nel capello della neo-mamma che nelle feci (meconio) neonatali del bambino. Questo dunque dimostrerebbe il fatto che il feto è esposto all’alcol consumato dalla madre.
Alla luce di questa scoperta e in occasione della Giornata mondiale sulla Sindrome feto-alcolica che cade il 9 settembre, è stata realizzata dalla European Fasd Alliance una campagna di comunicazione internazionale (che vede coinvolte 80 organizzazioni in 35 Paesi) dal nome “Too Young To Drink” (“Troppo piccolo per bere”) con l’obiettivo primario di promuovere la conoscenza dei rischi della Fasd.
Tra i sostenitori di questa nuova campagna in Italia figurano: Guadagnare Salute – Ministero della Sanita’, Genitori piu’ – Programma di prevenzione della Regione Veneto, Mamme Piu’. Guadagnare Salute in Gravidanza – PRP 2014-2018 della Regione Veneto, Collegio interprovinciale delle ostetriche del Veneto (DIRE).
Diane Black, presidente di Eufasd Alliance, ha dichiarato: “Come madre adottiva di tre bambini con Fasd, vedo ogni giorno le battaglie che devono affrontare a scuola e nelle loro relazioni sociali. Sto lavorando per evitare che questo non accada più ad altri bambini”.