Secondo uno studio condotto dall’Ibcn-Cnr in collaborazione col Centro di Riferimento Alcologico della Regione Lazio, l’alcol sarebbe in grado di modificare il DNA maschile e causare forti scompensi allo sviluppo del sistema nervoso centrale dei futuri figli. Inoltre, nell’ambito della stessa ricerca è stata evidenziata una forte correlazione tra il consumo compulsivo di alcol del padre, ed i comportamenti analoghi del nascituro. In sostanza, padri alcolizzati sembrano trasmettere attraverso il proprio DNA il “vizio della bottiglia” ai propri figli.
Si tratta di un risultato importantissimo per la ricerca e la prevenzione delle patologie correlate all’abuso di alcol, ed è stato pubblicato sulla rivista scientifica Addiction Biology. Marco Fiore, ricercatore Ibcn-Cnr e co-coordinatore dello studio (insieme a Roberto Coccurello, anch’egli ricercatore presso lo stesso istituto) ha parlato così dello studio in questione: “Secondo i dati del nostro esperimento, l’esposizione paterna prenatale ad alcol è in grado di influenzare lo sviluppo dei piccoli, ed in particolare il corretto funzionamento delle cellule del sistema nervoso centrale”.
Il vizio dell’alcol non sarebbe quindi solo trasmissibile geneticamente, ma la sostanza sarebbe addirittura capace di apportare modifiche al DNA del padre, compromettendo lo sviluppo del SNC dei bambini. “In particolare-ha continuato Fiore-l’alcol inciderebbe sul fattore Ngf, scoperto da Rita Levi Montalcini più di cinquant’anni fa, e che le è valso il premio Nobel per la medicina nel 1986, elemento chiave per la sopravvivenza e la funzionalità di diverse popolazioni cellulari neuronali e non neuronali, e sul Bdnf, coinvolto prevalentemente nella fisiopatologia cerebrale”.
Il ricercatore ha poi spiegato in quale modo, di preciso, un padre alcolista sarebbe capace di trasmettere questa caratteristica alla propria progenie: “Sicuramente l’alcol influenza il DNA paterno: direttamente tramite mutazioni, oppure indirettamente, tramite meccanismi epigenetici. Sono aspetti ancora in fase di studio”. Insomma, è necessario condurre ulteriori ricerche per stabilire in che modo di preciso l’alcolismo possa essere trasmesso da padre in figlio, ma una cosa sembra essere certa: l’alcol non è un pericolo solo durante la gravidanza, ma potrebbe compromettere la salute di un bambino anche assunto anni prima del suo concepimento, se associato ad una patologia da dipendenza. Quantomeno per quanto riguarda i futuri padri.