Al Pronto Soccorso arriva il codice lilla

Arriva al Pronto Soccorso un nuovo codice, riservato ai pazienti con disturbi del comportamento alimentare: il codice lilla. Il lilla è da anni il colore simbolo della lotta contro i disturbi del comportamento alimentare.

Al Pronto Soccorso arriva il codice lilla

Le persone che soffrono di disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono circa 3 milioni e mezzo, in gran parte adolescenti e giovani adulti. Tali disturbi sorgono quasi sempre a causa di un’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del proprio corpo.

Tra i disturbi alimentari più diffusi troviamo l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata (o binge eating disorder, BED). 

La scelta del Ministero

Proprio a causa della vasta diffusione dei disturbi alimentari e della potenziale gravità degli sviluppi che può avere una patologia nutrizionale non tempestivamente diagnosticata o non adeguatamente curata, il Ministero della Salute, oltre ad abbracciare la giornata nazionale contro i disturbi del comportamento alimentare importandola dagli Usa, ha deciso anche di inserire presso le unità di Pronto Soccorso italiane nuove misure per l’accoglienza, il triage, la valutazione e il trattamento dei pazienti che soffrono di problemi di nutrizione e di alimentazione, introducendo un codice specifico: il codice lilla.

Perchè si è scelto proprio il colore lilla? Il colore lilla non è stata una scelta casuale: il Fiocchetto Lilla è da anni il simbolo della lotta contro i disturbi del comportamento alimentare. Il primo Paese ad associare ai disturbi alimentri il simbolo del Fiocchetto Lilla sono stati gli Stati Uniti, ben trenta anni fa.

In vista dell’introduzione del codice lilla, il Ministero ha istituito un Tavolo di lavoro ed ha elaborato due documenti, consultabili in rete: le “Raccomandazioni per interventi in Pronto Soccorso con un Codice Lilla” e le “Raccomandazioni per i familiari”. Il Ministero della Salute, per spiegare il motivo che ha spinto alla redazione di questi due documenti, ha rilasciato la seguente nota: “La redazione dei documenti è stata fortemente sollecitata sia dalle associazioni dei familiari; sia dagli operatori sanitari che hanno bisogno di strumenti pratici per un argomento in cui ancora oggi, purtroppo, esiste una estrema disomogeneità di cura e trattamento sull’intero territorio nazionale”

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