AIDS: arriva la rivista stampata con sangue di sieropositivi

Campagna-shock: la famosa rivista tedesca "Vangardist" ha deciso di far stampare il suo prossimo numero mischiando all'inchiostro del sangue infetto dall'AIDS, allo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica su questo tema delicato

AIDS: arriva la rivista stampata con sangue di sieropositivi

E’ un’iniziativa-shock quella proposta in Germania dalla rivista Vangardist, desiderosa di sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo al tema dell’AIDS: l’ultimo numero della rivista in questione è stato infatti stampato utilizzando del sangue offerto da donatori sieropositivi, mischiato al tradizionale inchiostro in sede di tipografia. La redazione del Vangardist ha infatti chiesto a tre donatori anonimi, affetti da Hiv, di consegnare campioni del proprio sangue per poter attuare la controversa iniziativa.

Si tratta solo dell’ultima provocazione della rivista in questione, oramai da tempo impegnata nella lotta contro la disinformazione ed il clima da puro oscurantismo che circonda il mondo dell’AIDS; un tema che molti esponenti del settore dell’informazione tentano in ogni modo di evitare. Ad ogni modo, non si corre il rischio di alcun genere di emergenza sanitaria: come specificato dalla stessa agenzia pubblicitaria Saatchi & Saatchi, occupatasi di seguire l’operazione dal punto di vista del marketing, il numero speciale del Vangardist “infettato” con l’AIDS è assolutamente sicuro.

D’altronde, chi è un minimo informato riguardo alle tematiche riguardanti il demonizzato universo della sieropositività, ne sarà già a conoscenza: il virus risulta essere estremamente poco resistente all’esterno del corpo umano, e l’essicamento del sangue infetto comporta una riduzione della carica virale di oltre il 90% nel giro di qualche minuto.

Il rischio di infezione in caso di ferimento con siringhe o strumenti taglienti trovati nell’ambiente, è infatti di norma praticamente nullo, al punto che di norma in casi del genere non viene nemmeno consigliato di sottoporsi alla PEP (la profilassi post-esposizione).

Nessun rischio dunque, solo la voglia di scioccare il mondo, e far parlare con ogni mezzo di una delle tematiche più censurate dai media di tutto il mondo. A spiegarlo è stato lo stesso Jason Romeyko, direttore creativo dell’agenzia pubblicitaria: “Scientificamente il virus dell’HIV muore naturalmente al di fuori del corpo umano. Comunque abbiamo utilizzato un processo di sterilizzazione, una procedura che disattiva qualsiasi tipo di virus”.

Coloro che compreranno una copia del Vangardist “versione AIDS”, che uscirà in edicola nel corso della prossima settimana, la troveranno avvolta all’interno di una speciale pellicola di plastica; ogni copia sarà contrassegnata da un messaggio straordinariamente efficace: “Rompere il sigillo, è contribuire a rompere lo stigma”.

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