Dall’Agenzia europea delle droghe arriva un segnale importante verso la legalizzazione delle sostanze stupefacenti: i risultati di una ricerca condotta in merito alle cosiddette “stanze di consumo controllato” ha rivelato che la loro istituzione è risultata positiva per il contrasto della piaga dello spaccio di droga. Ma cosa sono di preciso queste stanze? E’ presto detto: si tratta sostanzialmente di ambienti chiusi e rigidamente controllati, all’interno dei quali è legale il consumo di droga. Le stanze di consumo controllato devono rispondere a precisi criteri di igiene, pulizia e protezione, e dev’esserci del personale medico disponibile ad intervenire in caso di emergenza.
Controllare il consumo di droga, in sostanza, limita i danni collaterali in maniera maggiore rispetto alla politica del proibizionismo. La notizia non è di per sé una novità, visto il successo dei coffee-shop olandesi, all’interno dei quali è possibile consumare droghe leggere pur dietro precise regolamentazioni, che permettono alle autorità di tenere il fenomeno sotto controllo. Grazie alla legalizzazione settoriale di alcune sostanze stupefacenti infatti, i Paesi Bassi possono vantare il minor numero di morti legate all’abuso di droga di tutto il continente Europeo.
Una vera e propria vittoria della politica del controllo, che ora è stata ufficialmente riconosciuta anche dall’Agenzia europea delle droghe, che ha allargato il concetto dei coffee-shop (all’interno dei quali è possibile consumare unicamente droghe leggere) anche alle droghe pesanti. Si tratta delle cosiddette “stanze del buco“, ribattezzate “stanze di consumo controllato” dall’Osservatorio di Lisbona; un eufemismo di pura valenza burocratica figlio del politically correct. Ma a conti fatti, poco cambia, se non il nome.
Attualmente risultano esserci 74 stanze del buco (o “stanze di consumo controllato”, per chi è del partito dell’edulcorazione a tutti i costi) dislocate in tutta Europa, distribuite in sei Paesi: Danimarca, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna e Norvegia. A queste nazioni potrebbe presto unirsi la Francia, che ha recentemente approvato una sperimentazione per provare ad aprire questi luoghi anche in territorio francese.
Inoltre di recente sono state inaugurate altre dodici stanze del buco anche in Svizzera, mentre all’esterno dei confini europei se ne possono contare in Australia ed in Canada. La ricerca dell’Agenzia, pubblicata in occasione della Relazione sulla droga 2015 presentata a Lisbona, afferma che queste stanze non incrementano il consumo di droga, al contrario possono aiutare a contrastare la malavita organizzata, togliendo clientela agli spacciatori illegali, a rendere più sicuri i quartieri ed a migliorare le condizioni igieniche dei consumatori, limitando i decessi e la trasmissione di malattie.