PESCARA – Il disavanzo della sanità abruzzese è destinato a superare ampiamente gli 81 milioni già annunciati. Le stime emerse nel corso della commissione straordinaria di Vigilanza, riunitasi ieri mattina all’Aquila, parlano di un deficit che potrebbe lievitare fino a 110 milioni di euro, e in uno scenario ancora più preoccupante, toccare i 120 milioni.
Una cifra che rischia di mettere definitivamente in ginocchio l’intero sistema sanitario regionale. Nel mirino, la tenuta dei bilanci delle quattro Asl abruzzesi, con particolare attenzione rivolta alle aziende sanitarie di Lanciano-Vasto-Chieti e L’Aquila, già finite sotto la lente del Ministero della Salute nel corso del tavolo di monitoraggio dell’11 aprile. Preoccupazioni sono emerse anche sulle Asl di Pescara e Teramo, dove le assunzioni di personale amministrativo e dirigenziale risultano congelate per il mancato rispetto del piano assunzionale vigente. Uno dei nodi più critici segnalati dal tavolo tecnico riguarda la voce delle “sopravvenienze attive”.
Secondo gli ispettori ministeriali, alcune Asl avrebbero inserito nei bilanci crediti derivanti da cause civili ancora in fase iniziale, con esiti tutt’altro che certi. Una pratica rischiosa e poco trasparente, che riguarda una cifra complessiva di circa 31 milioni di euro, di cui ben 15-18 milioni attribuiti alla sola Asl dell’Aquila. A lanciare l’allarme sono stati il presidente della commissione Vigilanza, Sandro Mariani, e il capogruppo di Abruzzo Insieme, Giovanni Cavallari, che in una nota congiunta hanno parlato senza mezzi termini di «un sistema fuori controllo» e di «fallimento totale del governo Marsilio». «La commissione ha scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora», hanno dichiarato, «svelando una realtà fatta di bilanci poco chiari, direttive disattese e una gestione regionale che sembra procedere senza una linea comune tra il Dipartimento Sanità e le singole Asl».
Il rischio ora è che la nuova voragine nei conti 29-39 milioni in più rispetto a quanto stimato nei mesi scorsi venga coperta con nuove misure a carico dei cittadini. Dopo l’aumento dell’Irpef regionale, già votato dal Consiglio, l’ipotesi più concreta è quella di una legge di variazione di bilancio da 100 milioni di euro, da approvare nella seduta già fissata per il 6 maggio. Ulteriori 8 milioni potrebbero essere prelevati da fondi vincolati, ma restano almeno 12 milioni ancora da trovare per evitare ulteriori tagli o il blocco del turn over. «Mentre i conti sprofondano proseguono Mariani e Cavallari le Asl sembrano muoversi in ordine sparso, ignorando le direttive regionali e alimentando un clima di confusione istituzionale. Intanto le procedure di assunzione, come quelle previste per dieci amministrativi a Pescara e un dirigente a Teramo, sono ferme, con il Dipartimento Sanità che promette chiarimenti ma senza fornire tempi certi».
Il bilancio complessivo della sanità abruzzese, secondo quanto emerso durante la seduta, ha superato i 200 milioni di euro di debito nel solo 2024, con il trend del 2025 che, finora, non mostra alcun segnale di inversione. In questo contesto, il rischio concreto è che a pagare il prezzo più alto, ancora una volta, siano i cittadini abruzzesi, tra tasse più alte, servizi ridotti e un sistema sanitario sempre più fragile.