Il WWF ha presentato i dati del “Living Planet Resort 2018“, che analizzano lo sviluppo delle popolazioni a rischio di estinzione, misurandone i cambiamenti nelle biodiversità. Come spiegato dalla presidente del WWF Italia, Donatella Bianchi, questi dati non sono soddisfacenti, in quanto “è mancato un vero scatto in avanti rispetto alle politiche di contrasto ai cambiamenti climatici e alla difesa della biodiversità”.
In modo particolare, restano particolarmente a rischio di estinzione gli elefanti di foresta, che hanno subito un calo della popolazione del 70 per cento dal 2002 ad oggi. Ma a tutela di questa specie sono state approvate, nel 2018 in Cina, leggi che mettono al bando il commercio di avorio domestico; tale legge è stata già approvata da tempo nel Regno Unito e nei Paesi Bassi.
Brutte notizie anche per il leone africano, la cui popolazione continua a calare; in un secolo si è arrivati da 200mila esemplari a soli 20mila. Altra specie che resta a rischio estinzione a causa del cambiamento climatico che sta distruggendo il suo habitat naturale è l’orso polare. Secondo gli scenziati si rischia di perdere il 30 per cento degli esemplari a causa dello scioglimento dei ghiacciai.
Dal bilancio del 2018 però non ci sono solo brutte notizie; infatti, per la prima volta dopo decenni, migliora la situazione dei gorilla di montagna, che riescono a superare i 1000 esemplari, rispetto ai 680 di 10 anni fa. Buone notizie anche per le tigri, la cui specie per la prima volta nell’ultimo secolo ha riscontrato un andamento positivo, arrivando a 3.890 esemplari nel 2018, rispetto ai 3.200 stimati nel 2010. Ciò è stato possibile anche grazie ad una politica di conservazione della specie.
Infine, proprio verso la fine del 2018 sono arrivate ottime notizie per la balenottera comune, che ha fatto registrare un notevole aumento del numero di esemplari della specie, tale da spingere la IUCN, l’unione internazionale per la conservazione della natura, a cambiare la categoria da esemplare a rischio di estizione a esemplare vulnerabile.