Si fa mordere 200 volte dai serpenti per trovare un antiveleno universale

E’ la missione di Tim Friede, appassionato di serpenti: trovare un antiveleno universale, sottoponendosi volontariamente al morso degli animali più temuti del pianeta.

Si fa mordere 200 volte dai serpenti per trovare un antiveleno universale

Tim Friede è stato morso da diversi serpenti velenosi per più di 200 volte. E, qausi sempre, è stato lui stesso a provocare in modo attivo la reazione spietata degli animali: cobra, mamba, vipere, taipan, serpenti a sonagli e bungali. La motivazione è nobile: l’uomo, infatti, si sottopone a questa pratica per trovare un antidoto universale al veleno dei serpenti.

Friede, ex meccanico di camion e ora direttore di erpetologia nell’azienda californiana di ricerca per i vaccini Centivax, avrebbe iniziato questo hobby particolare, quando era solo un appassionato collezionista di serpenti. Già quando era un adolescente, infatti, perlustrava le campagne del Wisconsin in cerca di serpenti giarrettiera, una specie ritenuta solo leggermente tossica. La sua passione lo portò successivamente ad allevare nei terrari presenti in casa sua, diversi serpenti.

Trovandosi quindi costantemente esposto al rischio di essere avvelenato, l’uomo si rende conto di dover trovare il modo per sviluppare una forma di immunità: la sua teoria prevedeva lo stimolo del proprio organismo a produrre anticorpi per combattere la tossina. Iniziò ad estrarre il veleno dai suoi serpenti, per poi iniettarselo nel corpo in forma diluita.

Non è stato semplice perché non ci sono libri su questo che spieghino come fare“, avrebbe raccontato a National Geographic, “Così sono andato avanti per step, documentando il mio procedimento con annotazioni e foto“. Il primo morso potenzialmente mortale, anche se involontario, in quel caso, Tim lo ha ricevuto nel 2001: mentre stava estraendo il veleno del suo cobra egiziano, il rettile si è girato mordendolo a un dito. Fortunatamente non ha subito gravi conseguenze.

Un’ora dopo, il suo cobra monocolo ha affondato i denti nel bicipite destro: “Due morsi di cobra, uno dopo l’altro, nell’arco di un’ora”, ricorda, “Mi sono accasciato e sono praticamente deceduto. Non è stato divertente. Avevo un’immunità sufficiente per un morso, ma non per due.” Aiutato dalla moglie e dal vicino, si recò all’ospedale dove rimase in coma per quattro giorni. Dopo essersi ripreso deciso di perfezionare la sua tecnica di auto avvelenamento, ed oggi fa parte di un esperimento scientifico per scoprire se, tramite il proprio sistema immunitario, è possibile sconfiggere alcuni tra gli animali più tossici che esistono in natura.

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