Scoperta una nuova specie di orango in Indonesia: Orango di Tapanuli

Nelle foreste a nord dell'isola di Sumatra, in Indonesia, è stato scoperta una nuova specie di orango battezzato Orango di Tapanuli (Pongo tapanuliensis) che risulta essere la specie di orango più antica della storia.

Scoperta una nuova specie di orango in Indonesia: Orango di Tapanuli

L’orango è la più grande scimmia presente sul pianeta ed è una presenza fissa nella lista delle specie in via d’estinzione. Un team di scienziati esperti di questo animale si è addentrato nell’Isola di Sumatra e si è imbattuta nell’Orango di Tapanuli (Pongo tapanuliensis), la nuova specie di orango scoperta in Indonesia, il suo habitat sono le foreste a nord dell’isola e conta meno 800 animali. Il team, comprendente vari scienziati di calibro internazionale, si è basato su uno studio approfondito delle caratteristiche morfologiche e ha condotto una dettagliata analisi genometrica capendo, così, di aver scoperto una nuova specie di orango.

Il coordinatore del Programma Grandi scimmie all’università di Amsterdam, Serge Wich, in collaborazione con il WWF, ha affermato quanto sia straordinario l’Orango di Tapanuli in quanto presenta delle caratteristiche che differiscono di molto da i suoi fratelli dell’altra specie presente sull’Isola di Sumatra. Inoltre, ha evidenziato il fatto sorprendente che nel 21° secolo si è ancora in grando di trovare nuove specie di grandi scimmie.

La foresta in questione è quella di Batang Toru, in cui l’Orango di Tapanuli vive in un’area amplia circa 1100 chilometri quadrati di montagna. E’ straordinario il fatto che, nonostante i 50 anni di ricerca scientifica sull’Isola di Sumatra, solo nel 1997 è stata ufficilmente incontrata questa specie di orango, ma non studiata poiché fu dato per scontato la sua appartenenza alla specie di orango di Sumatra. Solo nel 2005 si è deciso di aumentare la ricerca nella zona a opera del Programma per la Conservazione degli Oranghi di Sumatra (Socp) in collaborazione con organizzazioni non governative, le autorità indonesiane e varie università. L’anno successivo sono iniziate così le ricerche intensive ma solo nel 2013 è stato possibile recuperare lo scheletro di un orango.

Il povero animale era finito vittima di un cacciatore che l’aveva sparato ripetute volte e causatogli abbrasioni e tagli. Nonostante cure disperate, dopo 8 giorni, l’animale non ce l’ha fatta ed il cadavere è stato utilizzato dagli scienziati per condurre studi approfonditi genetici e del cranio, affermandone così l’unicità e la scoperta della nuova specie di orango, la più rara del pianeta, smentendo infine l’appartenenza alla specie di Sumatra.ù

Michael Krützen, esperto di genetica all’Università di Zurigo, studia da più di dieci anni le grandi scimmie e si è sorpreso tantissimo quando ha appreso la notizia della scoperta di una nuova specie in quanto, principalmente, gli oranghi erano divisi in due grandi specie, l’orango di Sumatra e l’orango del Borneo. Krützen ha affermato che gli studiosi hanno sempre pensato che l’orango di Tapanuli fosse appartentente alla specie di Sumatra, ma invece, con lo studio diretto sullo scheletro dell’orango, è risultato che è piuttosto somigliante alla specie di orango del Borneo, diventando di fatto un grande mistero e rompicapo per gli scienziati.

Per risolverlo, il team di Krützen ha sequenziato il genoma di 37 oranghi arrivando alla conclusione che esistono tre specie di questo animale, quello di Sumatra, quello del Borneo e quello di Tapanuli.
Altra scoperta sorprendente è stata quella che dichiara l’orango di Tapanuli il più antico tra le tre specie, nonostante sia stato l’ultimo scoperto, e differisce dalle altre due per la forma del cranio e addirittura nel richiamo, una via di mezzo tra quello delle altre due. Infatti il maschio di orango del Borneo emette un richiamo corto e acuto, quello di Sumatra lungo e grave e quello di Tapanuli lungo e acuto.

La nascita di queste di tre specie si spiega se pensiamo al susseguirsi delle ere glaciali ed eruzioni vulcaniche: per sfuggire al freddo e alla lava gli animali si sono dovuti spostare, a volte convivere e alla fine si sono divisi definitivamente lasciando che le varie specie si sviluppassero indipendentemente.

Purtroppo, la foresta di Batang Toru è in pericolo poiché sempre più sta vendendo l’intrusione massiccia da parte dell’uomo che, in seguito alla deforestazione, costruisce dighe idroelettriche e strade per la pratica di scavo nelle miniere. Quindi, da habitat selvaggio si rischia di ritrovarsi in un mondo apocalittico costitutito da desolazione e deforestazione. Altra minaccia per gli abitanti di queste foreste vergini è la caccia incontrollata e, soprattutto, illegale, una vera e propria piaga per gli animali che vivono in questa foresta.

Ora come ora però è importantissimo avviare un accurato piano per la salvaguardia di questi animali e, soprattutto, del loro ambiente per lasciarli vivere e proliferare in libertà, naturalezza e pace. Secondo il WWF, infatti, l’attuazione di un piano del genere è una vera e propria emergenza e si sta battendo da anni in Indonesia per salvaguardare l’habitat naturale degli oranghi dallo sfruttamento massivo delle risorse per gli interessi capitalistici derivanti dalla caccia e dalla deforestazione.

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