Rapporto WWF: 43% di leoni in meno dal primo film "Il Re Leone"

Il film "Il Re Leone" è occasione per il WWF per segnalare, in un comunicato, la fatica di vivere dei leoni africani costretti a un territorio limitato, a rischio bracconaggio e malattie.

Rapporto WWF: 43% di leoni in meno dal primo film "Il Re Leone"

Nemmeno la parola magica “Hakuna Matata terrà in vita il “Il Re Leone” nonostante il suo glorioso debutto nelle sale cinematografiche italiane nella nuova versione della Disney, successo di questa estate 2019, in Italia e nel mondo, se non si correrà ai ripari.

Venticinque anni fa, nel 1994, usciva il film – cartone animato con protagonista “Il Re Leone apprezzato dai grandi e dai piccoli; oggi purtroppo la popolazione del leone africano sta vivendo un “drammatico declino“, riferisce il Wwf, e se la situazione non cambierà tra “25 anni potrebbe non esserci alcun Simba da narrare“.

Una storia destinata a finire?

La popolazione dei leoni africani sta diminuendo, riferisce in un comunicato il Wwf, e quantifica il calo in un 43% registrato negli ultimi 25 anni, segnalando che in alcune regioni, Africa Centrale e Orientale, la diminuzione è ancor più significativa, qui il numero dei leoni è calato del 60%.

Nel testo che l’ong ambientalista ha rilasciato si legge che considerando solo il Kenya, dal 1994 ad oggi, “la popolazione dei leoni è diminuita del 40%, passando da 750 a 450 individui. I motivi di questo declino sono diversi ma ciò che pare sia la minaccia più grave per i leoni, è la perdita dell’habitat naturale. Il futuro del leone africano è segnato dal venir meno del suo territorio, lo stesso in cui vivono anche le sue prede. Oggi il leone ha a disposizione l’8% dei territori su cui si muoveva un tempo. Tutto questo a causa delle attività dell’uomo.

Un altro grave problema che mette a rischio il futuro del leone, secondo il Wwf, è il bracconaggio che ha come obiettivo il traffico illegale di ossa e di altre parti del corpo dei leoni. Ci sono poi le malattie, che secondo il Wwf nei più dei casi sono diffuse dal bestiame che l’uomo alleva, e ancora i conflitti tra le comunità locali.

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