Portogallo, decine di animali morti in un incendio: "Nessuno ha aperto le gabbie per farli scappare"

Un incendio boschivo ha raggiunto un canile ed un gattile in Portogallo, provocando la morte di circa 180 animali ospitati. Nessuno ha aperto le gabbie degli animali per farli scappare, e i proprietari hanno negato l'accesso ai volontari che volevano salvarli.

Portogallo, decine di animali morti in un incendio: "Nessuno ha aperto le gabbie per farli scappare"

Arriva dal Portogallo l’orribile notizia di cronaca della morte di decine di animali bruciati vivi.
La terribile vicenda ha avuto luogo a Santo Tirso, dove un canile ed un gattile sono stati raggiunti dagli incendi boschivi che stanno colpendo la zona in questi giorni.
Secondo quando riportato dai media, chi lavorava nelle due strutture non ha liberato gli animali dalle gabbie, nonostante avessero avuto ampiamente il tempo di poter consentire ai poveri cani e gatti di poter fuggire per mettersi in salvo.

In un gesto ancora più crudele, i proprietari dei due rifugi, chiamati ‘Cantinho 4 Patas’ e ‘Abrigo da Maria José’, hanno bloccato l’ingresso ai numerosi volontari che, una volta realizzata la situazione, hanno cercato disperatamente di aiutare gli animali intrappolati.
L’organizzazione per il recupero degli animali IRA ha denunciato la vicenda sui social media, diffondendo la notizia per evitare che qualcuno “osi tentare di nascondere quanto successo”.

Non è ancora chiaro quanti animali siano morti nell’incendio degli edifici, che potrebbero essere stati canili e gattili illegali che mantenevano gli animali in pessime condizioni di salute. Secondo i media locali, 50 animali della struttura Cantinho 4 Patas sembrerebbero essere sopravvissuti, mentre il conto totale degli animali ospitati originariamente si aggirerebbe intorno ai 150. Non ci sono invece notizie di animali sopravvissuti tra gli 80 ospitati presso l’Abrigo da Maria José. Se confermate, queste cifre porterebbero il numero degli animali bruciati nell’incendio a circa 180.

Una petizione online per individuare e punire i responsabili ha raccolto oltre 52mila firme, per ottenere “giustizia per gli animali, lasciati a morire in agonia”. Sotto accusa anche le autorità locali, che nonostante varie denunce non avevano predisposto la chiusura dei due rifugi perché “non è crudele tenere gli animali in un posto sporco, con spazzatura, escrementi e cattivo odore” secondo il Pubblico Ministero, che aveva aggiunto che le condizioni non erano ideali, ma non potevano essere definite crudeltà verso gli animali.

Pare che, oltre ai proprietari delle strutture, anche la Guardia Nazionale Portoghese abbia negato accesso alle persone che volevano tentare di salvare gli animali, minacciandoli di arresto. La GNP si è giustificata dicendo “a causa delle dimensioni del fuoco, gli animali non erano salvabili”. Le associazioni per i diritti degli animali non sono convinte di questa versione, che è stata negata anche da moltissimi testimoni presenti al momento dell’incendio.

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