La notizia della morte di nove lupi, tre grifoni e due corvi imperiali sta scuotendo fortemente l’opinione pubblica. È stato il bilancio di un’attività d’indagine dei Carabinieri Forestali e della Procura della Repubblica che ha aperto un’inchiesta sulle carcasse rinvenute nell’area di Cocullo (L’Aquila). L’ipotesi più probabile è che siano stati avvelenati da bocconi preparati con sostanze chimiche.Il territorio interessato dall’avvelenamento è quello di Olmo di Bobbi, una località che rappresenta uno spartiacque tra la Valle del Giovenco, la Valle Subeacquana e la Valle Peligna, una zona di grande interesse naturalistico e ambientale.
Il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, che ha confermato la notizia della strage, ha chiesto alle autorità di adottare norme che vietino ogni e qualunque attività nelle aree interessate dalla presenza di esche e bocconi avvelenati.Non è il primo caso di avvelenamento di animali in questo territorio, ma la portata della strage ha sollevato indignazione e preoccupazione. La deputata Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente, ha annunciato che l’associazione presenterà denuncia contro gli ignoti responsabili dell’avvelenamento.
Le indagini sono in corso per accertare le cause della morte degli animali, ma il rinvenimento di bocconi intrisi di sostanze chimiche lascia pochi dubbi sulla responsabilità dei responsabili. La perdita di nove lupi rappresenta un grave danno per l’ecosistema del territorio, perché il lupo è una specie fondamentale per mantenere l’equilibrio della catena alimentare. Ma non è solo una questione di biodiversità e ambiente, è anche una questione di civiltà. L’avvelenamento di animali è un atto barbaro e inaccettabile che viola il senso di responsabilità che ogni persona dovrebbe avere nei confronti della natura e degli animali. È un gesto che non può essere tollerato e che richiede l’impegno di tutti, istituzioni e cittadini, per fermare questa piaga.
Accertamenti dell’Istituto zooprofilattico
La strage degli animali, avvenuta di recente, è un evento che ha destato grande preoccupazione tra gli esperti del settore e la popolazione. Nonostante le cause debbano ancora essere certificate dall’Istituto Zooprofilattico di Abruzzo e Molise, la scoperta di bocconi intrisi di sostanze chimiche negli ultimi giorni, lascia pochi dubbi sulla natura dell’accaduto. I timori del Parco sono fondati e l’invito a Regione e Comuni ad adottare provvedimenti specifici e ad hoc appare del tutto legittimo. Vietare ogni attività nelle aree interessate dalla presenza di esche e bocconi avvelenati, ripetendo la norma in vigore per le aree colpite dal fuoco, può essere un passo importante per prevenire nuovi episodi di questo genere e tutelare la salute degli animali presenti in queste zone.
Non si può certamente sottovalutare il pericolo rappresentato dall’uso di sostanze tossiche nelle attività umane, le cui conseguenza sull’ambiente e sulla fauna selvatica possono essere catastrofiche. Si tratta di un problema serio, che richiede un intervento immediato e deciso da parte delle autorità competenti.In questo contesto, gli accertamenti sul rinvenimento di 14 carcasse di animali nel giro di poco più di una settimana sono un segnale inquietante e richiedono un’analisi accurata per individuare le cause dell’accaduto. La tutela della natura e della biodiversità non possono essere compromesse da atti vandalici o comportamenti irresponsabili di singoli individui.
È necessario che tutti ci impegniamo a preservare il patrimonio naturale del nostro Paese, adottando comportamenti virtuosi e rispettosi dell’ambiente. Solo così potremo garantire alle future generazioni un mondo migliore e più sano.