Paleontologi trovano orme del passato appartenenti agli antenati dei coccodrilli

La scoperta sensazionale avvenuta sulle Alpi dove sono state rinvenute orme; un’impronta lunga oltre trenta centimetri, un'orma fossile impressa da grandi rettili vagamente simili a coccodrilli di circa 250 milioni di anni fa.

Paleontologi trovano orme del passato appartenenti agli antenati dei coccodrilli

Una scoperta sensazionale è stata fatta dai paleontologi sulle Alpi, secondo quanto racconta il paleontologo Edoardo Martinetto del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino, sono state rinvenute orme che appartengono agli antenati dei coccodrilli risalenti a circa 250 milioni di anni fa.

La scoperta è avvenuta sulle Alpi occidentali, a circa 2200 metri di quota nella zona dell’Altopiano della Gardetta nell’Alta Val Maira (Provincia di Cuneo, Comune di Canosio). Il paleontologo Marco Romano, della Sapienza Università di Roma, lo descrive come un rettile lungo almeno quattro metri.

L’inattesa scoperta paleontologica è stata appena pubblicata sulla rivista internazionale PeerJ. Gli scienziati si sono dimostrati molto emozionati per la scoperta avvenuta in un delta fluviale. Ribattezzato “Isochirotherium gardettensis” in riferimento all’altopiano in cui è stata scoperta. Si trattava di un’impronta lunga oltre trenta centimetri.

“È venuto spontaneo rievocare subito l’immagine dell’animale che lasciò, inconsapevolmente, un segno duraturo nel fango morbido e bagnato, ma destinato a divenire roccia e innalzarsi per formare parte della solida ossatura delle Alpi”. Il paleontologo Massimo Bernardi del MUSE afferma: “si tratta di un tratto peculiare del rettile, di una nuova icnospecie che abbiamo deciso di dedicare all’Altopiano della Gardetta”.

Bonariamente gli scienziati, con vibrante emozione, per quanto rinvenuto, hanno proposto un Parco giurassico come l’omonimo film, ambientato sulle Alpi stavolta, la creazione di un Geo-Paleo park, comprendente un centro visitatori e un giardino geologico didattico-divulgativo. “La nostra prossima sfida – sottolinea il coordinatore del progetto Massimo Delfino del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino – è trovare i fondi che permettano l’apertura di questo progetto”.

Certo è che l’apertura di un Jurassic Park attirerebbe milioni di visitatori in Italia, nell’attesa di trovare altri reperti e rettili appartenuti all’epoca triassica con vibrante gaudio dei paleontologi. Il progetto di ricerca è destinato a svilupparsi ulteriormente grazie all’estensione dell’area di ricerca e alla raccolta di ulteriori informazioni sulla associazione di rettili triassici che hanno lasciato tracce nella zona.

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