Padova: cimice asiatica preoccupa i coltivatori

Un insetto che dall'Asia è giunto in Italia si sta diffondendo nella Bassa Padovana distruggendo piantagioni di frutteti e cereali. Al momento non ci sono soluzioni per limitare i danni di questa invasione.

Padova: cimice asiatica preoccupa i coltivatori

Frutteti sotto attacco dalla cimice asiatica nelle coltivazioni della Bassa Padovana. Con il caldo di questi giorni il fastidioso insetto asiatico si sta diffondendo con rapidità avido di pere, mele, kiwi, pesche, albicocche, uva, ciliegie, pomodori, peperoni e persino cereali. In questi giorni la Coldiretti Padova sta registrando segnalazioni di numerose aziende frutticole.

Le aziende agricole della Bassa Padovana si trovano impreparate a difendere le loro piantagioni, perchè prive di antagonisti naturali. I frutteti più colpiti si trovano nelle zone di Castelbaldo, Monselice e Pernumia, ci sono poi i ciliegi dei Colli Euganei.

Il presidente di Coldiretti Padova, Massimo Bressan parla di un “fenomeno a macchia di leopardo“, che crea comunque allarme tra gli imprenditori perché molto difficile da combattere, veloce nel riprodursi, l’insetto è capace di attaccare piante e i frutti a più riprese. Gli agricoltori hanno trovato un modo “tampone” per salvare almeno il 70% delle piante avvolgendole completamente con reti anti grandine. Bressan, pur apprezzando l’ingegno, afferma che questo “non è certo risolutivo perché le cimici trovano comunque il modo di intrufolarsi dal terreno e perché l’impiego delle reti su vaste superfici diventa oneroso”. Il presidente di Coldiretti Padova ha fatto osservare inoltre che i trattamenti con prodotti fitosanitari sono poco efficaci e non praticabili nelle coltivazioni biologiche, ormai sempre più diffuse.

L’Università di Padova si sta impegnando a trovare una soluzione contrastante l’insetto “alieno”, arrivato in Italia dall’Asia. In Italia la cimice ha trovato il suo habitat ideale: non ha nemici naturali e i coltivatori non hanno prodotti atti a contrastarlo, inoltre il caldo sopra la media sono elementi favorevoli alla sua diffusione.

Bressan ha affermato: “I nemici naturali della cimice asiatica ovviamente ci sono, ma non li possiamo importare da quel continente”. Ricerca e studio dovranno trovare “una soluzione ‘nostrana’”. E cita le sperimentazioni in corso “su un imenottero, l’Ooencyrtus telenomicida, le cui femmine sono in grado di parassitare le uova di cimice asiatica in grande quantità e in breve tempo, con una certa efficacia“. Lo studio non è ancora terminato, la posta in gioco è alta e, Bressan, lancia un appello “al mondo universitario e agli amministratori regionali, non c’è tempo da perdere prima che la situazione sfugga di mano”.

Continua a leggere su Fidelity News