Non vedente respinta da un albergo in montagna: "Non si accettano cani guida"

Un episodio di discriminazione ha scosso l'opinione pubblica quando una donna non vedente è stata freddamente respinta nel suo tentativo di prenotare una camera in un albergo a Moena, incantevole località trentina.

Non vedente respinta da un albergo in montagna: "Non si accettano cani guida"

Desiderosa di trascorrere le sue tanto attese vacanze in montagna, una persona non vedente si è trovata di fronte a un’improvvisa  delusione: la prospettiva di dover rinunciare ai suoi piani a causa della politica discriminatoria di un albergo che non accettava cani guida. Questo intollerabile rifiuto ha reso impossibile per lei vivere l’esperienza che tanto desiderava.

La storia, che ha suscitato indignazione e sconcerto, è stata condivisa sui social media dall’associazione fiorentina “Vorreiprendereiltreno“. Quest’ultima, impegnata nella promozione dell’inclusione e nel superamento delle barriere architettoniche, sociali e culturali in Italia, ha deciso di dare voce a questa ingiustizia per sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere un cambiamento tangibile.

Il soggiorno negato

Con grande entusiasmo e speranza, la protagonista della vicenda ha espresso il suo più grande desiderio: concedersi una vacanza rigenerante immersa nella natura montana. Dopo aver accuratamente scelto Moena, incantevole località in Val di Fassa, come meta ideale, si è rivolta con fiducia a un prestigioso albergo della zona tramite e-mail, menzionando naturalmente il cane guida. Tuttavia, la risposta ricevuta è stata un duro colpo alle sue aspettative e alla sua dignità. Anche nel 2024, ci si trova ancora di fronte alla discriminazione e all’intolleranza?

Sfortunatamente, conformemente alle disposizioni del nostro regolamento, che sono chiaramente comunicate anche sul nostro sito web, non possiamo consentire l’accesso degli animali, indipendentemente dal tipo, all’interno della struttura“. La mail prosegue dicendo che questa restrizione è stata messa in atto per garantire la coerenza con le informazioni fornite e per rispettare le esigenze degli ospiti che hanno scelto la struttura proprio per questa clausola.

La donna avrebbe quindi cercato di far presente con calma e chiarezza che il suo compagno a quattro zampe è un cane guida, spiegando che la legge garantisce il suo diritto di accesso accompagnata dall’animale. Tuttavia, nonostante i suoi sforzi nel comunicare questa importante distinzione, i gestori dell’albergo sono rimasti irremovibili nelle loro posizioni discriminatorie, ignorando i diritti sanciti dalla legge.

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