Nessun rimedio alla malattia che da 8 anni affligge la produzione italiana di kiwi

Chiamata “la morìa del kiwi”, dopo aver colpito il Nord-Est, questa misteriosa malattia rischia di mettere in serio pericolo la produzione italiana di questo frutto. Al momento gli esperti non hanno individuato né la causa, né tantomeno una cura.

Nessun rimedio alla malattia che da 8 anni affligge la produzione italiana di kiwi

Da otto anni la produzione italiana di kiwi è limitata a causa di una malattia di cui non si conoscono le origini. Inizialmente localizzata nel solo Veneto, la patologia ha presto raggiunto il Friuli, il Veneto e il Piemonte, diffondendosi recentemente anche nel Lazio e nella Calabria.

Le piante che vengono colpite da questo male misterioso, conoscono un progressivo declino che le porta alla morte. Più nello specifico si evidenzia l’appassimento delle radici, l’avvizzimento della parte aerea della pianta, la caduta delle foglie, la riduzione della pezzatura dei frutti che con il tempo cessano di svilupparsi.

Per l’Italia che dopo la Cina è uno dei leader mondiali nella produzione di questo frutto disponibile sia in polpa verde che gialla, il danno che si profila assume dimensioni catastrofiche. Proprio per questo motivo, dopo aver lanciato l’allarme, Confagricoltura ha chiesto l’intervento del governo affinché finanzi la ricerca sulle cause di questa malattia tanto misteriosa quanto subdola.

Gli studi fino ad oggi effettuati non sono riusciti a identificare il responsabile di questo fenomeno. Gli esperti ritengono però che il tutto sia riconducibile ad una serie di fattori legati alle conseguenze del cambiamento climatico. La gran parte di costoro ipotizza che la “moria del kiwi” sia correlata ad un eccesso di umidità nel terreno delle piante malate. Questa condizione provocata dalle piogge e dall’eccessiva irrigazione, unendosi al compattamento del suolo a seguito del passaggio delle macchine agricole, modifica le caratteristiche del terreno.

Quest’ultimo, risultando umido in profondità ma compatto in superficie, è causa dell’asfissia cronicizzata che fa marcire la pianta, facilitata tra le altre cose dalla formazione di alcuni particolari tipologie di funghi e batteri, che in queste condizioni si sviluppano molto più facilmente. Se questa sembra essere la causa più accreditata, allo stato attuale non si esclude la compartecipazione di altri elementi non presi precedentemente in considerazione.

Tenendo conto di questo aspetto, il sottosegretario alle Politiche agricole Giuseppe L’Abbate ha anticipato che entro la fine di settembre, verrà istituito un team tecnico-scientifico che cercherà di venire a capo del rebus. “È indispensabile continuare nelle attività di ricerca con l’obiettivo di identificare con certezza le cause dei disseccamenti e definire una strategia per il contrasto del fenomeno” ha concluso lasciando intendere che verrà fatto di tutto per determinare cosa stia sempre più limitando la produzione nazionale di kiwi.

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