Un tranquillo pomeriggio si è trasformato in una disgrazia per una famiglia di Palazzolo. Michele, un neonato di appena cinque mesi, è stato morso dal cane di famiglia, Nerone, un pitbull di otto anni, mentre si trovava in cortile con la nonna. Il cane ha velocemente morso il piccolo alla parte posteriore del collo e sul cranio.
I genitori, usciti per fare la spesa, al loro rientro hanno trovato il loro figlio in fin di vita. Nonostante il tempestivo intervento e la corsa disperata verso il campo sportivo dove era atterrato l’elicottero di soccorso, per Michele non c’è stato nulla da fare. La procura di Vercelli ha immediatamente aperto un’inchiesta per indagare su eventuali responsabilità e verificare se il cane avesse mostrato in precedenza comportamenti del genere.
Nel frattempo, Nerone è stato posto sotto sequestro e trasferito in un canile della zona, mentre altri due cani della famiglia sono stati prelevati dall’abitazione. La vicenda ha scatenato un’ondata di emozione e preoccupazione, rievocando altri espisodi simili. Giorgio Mulé, vicepresidente della Camera dei deputati e deputato di Forza Italia, ha sottolineato l’urgenza di una riflessione sulla capacità di possedere e gestire cani potenzialmente letali. “È necessario introdurre una sorta di patente per i proprietari di alcune razze di cani,” ha dichiarato Mulé, riaprendo il dibattito su una regolamentazione più severa.
Mulé ha citato una serie di episodi recenti che coinvolgono pitbull, evidenziando un “bollettino parziale“, ma preoccupante. Mariastella Gelmini, senatrice e portavoce di Azione, ha espresso il suo sostegno all’introduzione di un patentino obbligatorio per i proprietari di cani di razze “a rischio“. “Un patentino che certifichi, dopo un corso di formazione, la capacità di gestire questi cani può salvare vite,” ha detto Gelmini, auspicando una collaborazione tra istituzioni, associazioni animaliste e cittadini.
Anche l’Organizzazione Internazionale per la Protezione degli Animali (Oipa) ha manifestato il suo sostegno a una regolamentazione più rigida. L’Oipa ha sottolineato la necessità di una norma nazionale che imponga ai Comuni di regolamentare la detenzione di determinate razze. “Chi cede o vende incautamente ‘cani da presa’ è moralmente responsabile di questi gravi fatti,” ha dichiarato l’organizzazione, richiamando l’attenzione sui traffici illeciti e le cucciolate casalinghe.