L’Unione Europea ha stabilito l’addio alle gabbie da allevamento intensivo dal 2023

L’annuncio della commissaria alla Salute, Stella Kyriakides. Ma il divieto entrerà in vigore solo nel 2027. "Aiuteremo gli allevatori a passare a metodi più sostenibili e rispettosi degli animali".

L’Unione Europea ha stabilito l’addio alle gabbie da allevamento intensivo dal 2023

Il Parlamento e l’Unione Europea hanno preso una decisione unanime, stop dal 2023 alle gabbie da allevamento intensivo, il tutto fortemente voluto dalla raccolta firme, circa un milione e mezzo, di associazioni ambientaliste e animalisti, le galline, i conigli, i maiali e le mucche saranno liberi e gli allevatori troveranno metodi alternativi di allevamento.

C’erano state anche le prese di posizione di un gruppo di 140 scienziati guidati da Jane Goodall e di un un gruppo di grandi aziende del settore alimentare o della ristorazione da Barilla a Ferrero, da Ikea al gruppo che fa capo allo chef Jamie Oliver, che premevano per questa liberalizzazione. 

Il movimento End the cage age si proclama entusiasta per la decisione e stabilisce la fine dello sfruttamento su animali senzienti e la crudeltà verso di essi, e lo definisce un passo di assoluta rilevanza. La reticenza degli allevatori farà molto discutere ma la legge dovrebbe essere approvata entro il 2027.

Gli agricoltori saranno sostenuti in questa transizione anche con misure economiche di accompagnamento, di modo che vengano comunque sovvenzionati, si pensa ad una forma di agricoltura più sostenibile ed incentrata alla tutela degli animali. La legge è stata approvata dalla commissione capitanata da Ursula Von Der Leyen.

Per arrivare al traguardo sono necessarie alcune tappe di avvicinamento. La prima sarà una consultazione pubblica l’inizio del 2022. La proposta di base ruoterà attorno a una ricerca scientifica indipendente affiancata, ha spiegato Kyriakides, da “un’analisi degli impatti sociali ed economici”.

Finalmente ci sarà una salvaguardia per tutti quei poveri animali, riempiti di antibiotici e trattati in maniera indecorosa e destinati al macello, si troveranno metodi alternativi che non andranno ad intaccare il loro stato, un passo importante che è stato ascoltato a gran voce grazie anche ai cittadini, è iniziata una piccola rivoluzione per il benessere animale.

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