Lombardia, strage silenziosa di 10 milioni di api

Greenpeace denuncia gli spopolamenti dello scorso marzo, e il fatto che le api siano sempre più a rischio nel nostro Paese, e in particolare in Lombardia, a causa dell'agricoltura intensiva

Lombardia, strage silenziosa di 10 milioni di api

Il 20 maggio sarà la Giornata mondiale delle api, proprio alla vigilia dell’evento mondiale arriva la denuncia di Greenpeace alle agricolture intensive nelle zone di pianura tra le provincie di Cremona, Lodi, Mantova e Brescia che hanno provocato anche quest’anno la perdita di milioni di api.

A partire dalla fine di marzo, infatti, alcuni apicoltori hanno iniziato a segnalare spopolamenti di alveari nella zona del lombardo caratterizzata da una prevalenza di monocoltura di mais, e nelle zone in cui si conta la presenza anche di altre colture come frumento e pioppi. Ulteriori fenomeni di spopolamento sono avvenuti anche verso fine aprile, addirittura più gravi dei precedenti. Le segnalazioni raccolte riguardano circa 600 alveari.

La stima di Apilombardia è di oltre 10 milioni di api che non hanno fatto più ritorno ai loro alveari. Nella stessa zona, peraltro, lo scorso anno si era assistito a una moria di un numero simile di esemplari a causa dell’agricoltura intensiva. Infatti, già nel 2020 era arrivata una denuncia da parte degli apicoltori per la moria di api, ed a seguito di essa sono partite le indagini della Procura di Cremona. I principali imputati sembrano essere due principi attivi che vengono usati per diverse formulazioni commerciali di insetticidi, comunemente impiegati sul mais e su altre colture.

“Siamo stanchi di assistere inermi a questa scomparsa silenziosa di api che si ripete ineluttabile ogni anno in concomitanza con le semine del mais e i trattamenti estivi” spiega Larissa Meani, presidente di Apilombardia. La richiesta di Meani rivolta alle istituzioni è di una maggior attenzione per le api e l’apicoltura.

Federica Ferrario, responsabile Agricoltura di Greenpeace Italia, sottolinea la necessità di politiche adatte per evitare di continuare a subire un sistema di monocolture e pesticidi. Poiché nei prossimi decenni il 40% delle specie di insetti rischia di finire nelle liste di quelli a rischio di estinzione se non invertiamo la rotta.

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