Legge sul randagismo: passo storico per la Sicilia

31 articoli a tutela degli animali. Tra questi la creazione di un garante dei diritti, un contributo per l'iscrizione all'anagrafe canina e la fine dell'esportazione canina in altre regioni.

Legge sul randagismo: passo storico per la Sicilia

La Sicilia compie un passo storico nella lotta al randagismo. L’Assemblea regionale siciliana approva, infatti, un Ddl sul fenomeno molto diffuso del randagismo che, nel territorio siculo, conta numeri decisamente alti. 

Nella legge varata appena pochi giorni fa ci sono lo stop all’esportazione massiva degli animali nei canili da una regione all’altra, l’istituzione di un garante dei diritti degli animali, un contributo di solidarietà per ciascuna iscrizione all’anagrafe canina e l’opportunità per i Comuni di trattenere gli incassi delle sanzioni ai padroni indisciplinati di animali a quattro zampe.

Tra i 31 articoli della legge vi sono anche disposizioni che riguardano l’igiene e la tutela ambientale. I proprietari dei cani, durante le loro passeggiate con gli animali in Sicilia, dovranno portare una bottiglietta d’acqua, poiché oltre a raccogliere gli escrementi con paletta, guanti e busta avranno anche l’obbligo di pulire con l’acqua la pipì dei propri amici a quattro zampe.

Gianfranco Miccichè, responsabile dell’ARS ha dichiarato: “È stata finalmente approvata la legge sul fenomeno del Randagismo in Sicilia, che risolverà il problema dei cani abbandonati nell’Isola. Ringrazio per il lavoro svolto il presidente, Tommaso Calderone, il vicepresidente Salvatore Siragusa, la commissione tutta e Giovanni Giacobbe, il consulente da me chiamato. Era una norma a cui ho tenuto fin dal primo giorno di questa legislatura, tant’è che decisi di istituire la Commissione speciale d’inchiesta sul fenomeno del Randagismo in Sicilia”.

Infine, pare sia prevista anche la costruzione di nuovi rifugi sanitari all’interno dell’isola. Altro passo decisivo, in quanto quello dei rifugi resta un problema cruciale della regione che, come denunciano diverse associazioni, sono pochi e mal tenuti. Verrà fatta anche una differenza tra rifugi e strutture di ricovero. L’idea è quella di curare e sterilizzare i cani nei rifugi pubblici o privati convenzionati per poi essere trasferiti nel più breve tempo possibile nei ricoveri  in attesa di essere adottati o reimmessi in territorio. Un provvedimento forte che ci auguriamo possa essere quanto prima realizzato sull’intero territorio regionale.

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