Le zanzare che ci pungono sono esclusivamente le femmine, attratte da una serie di fattori che le guidano verso di noi per nutrirsi del nostro sangue, necessario per lo sviluppo delle loro uova. Tra i principali segnali che captano, ci sono l’anidride carbonica (CO2) emessa con il respiro, l’odore della nostra pelle, spesso alterato dall’uso di saponi o profumi, e persino il colore degli abiti che indossiamo. Tuttavia, questi non sono gli unici stimoli che utilizzano per individuarci. Calore e umidità corporei, insieme ad altri fattori, giocano un ruolo fondamentale nell’attirarle. Con il crescente aumento della popolazione di zanzare in Europa e in Italia, questi insetti sono oggetto di crescente interesse da parte dei ricercatori, poiché rappresentano un serio rischio per la salute umana.
Le zanzare femmine non solo causano prurito e fastidiosi gonfiori (pomfi) con il loro morso, ma possono trasmettere gravi malattie infettive come la malaria, il virus della Dengue, la febbre gialla e il virus del Nilo occidentale. Questo rende fondamentale capire con precisione i fattori che le attraggono, per sviluppare strategie di prevenzione più efficaci e trappole mirate. Oltre ai segnali chimici e visivi già noti, recenti studi pubblicati su *Nature* hanno svelato che le zanzare utilizzano anche le radiazioni infrarosse emesse dal calore del nostro corpo per trovarci.
Fino ad ora, si pensava che le radiazioni infrarosse non avessero un ruolo rilevante nell’attrarre le zanzare, ma la nuova ricerca ha dimostrato che queste radiazioni, combinate con altri segnali come la CO2 e l’odore umano, sono un fattore chiave. Quando questi elementi sono presenti insieme, le zanzare orientano la loro ricerca dell’ospite in modo molto più efficace, raddoppiando il loro comportamento di “caccia” verso fonti di calore simili alla temperatura corporea umana. Le zanzare, infatti, possono rilevare le radiazioni infrarosse a una distanza di circa 70 centimetri, un dato interessante poiché le rende capaci di localizzare le loro prede anche a distanza ravvicinata. Inoltre, indossare abiti larghi sembra diminuire l’efficacia di questo rilevamento, riducendo la quantità di calore che le zanzare percepiscono.
I ricercatori hanno individuato anche una proteina specifica, chiamata TRPA1, espressa nei neuroni sensibili al calore presenti sulle antenne delle zanzare, che è responsabile della percezione degli infrarossi. Esperimenti hanno confermato che, senza il gene che codifica per questa proteina, le zanzare non riescono più a rilevare la radiazione infrarossa, anche in presenza di CO2 e odori umani. Le zanzare femmine, come ad esempio quelle della specie Aedes aegypti,nota per essere un vettore di malattie come Dengue, Zika e febbre gialla, possono pungere ripetutamente nel corso della loro vita, che varia dalle 3 alle 6 settimane. Ogni pasto permette loro di produrre una nuova serie di uova, che vengono deposte in luoghi con acqua stagnante, anche in piccole quantità come sottovasi o pozzetti di scolo. I maschi di zanzara, invece, non pungono e si nutrono esclusivamente di sostanze zuccherine, come il nettare dei fiori. Un aspetto interessante delle punture di zanzara è che alcune persone sono più soggette di altre.
Le ragioni precise non sono ancora completamente comprese, ma sembra che fattori come il microbioma cutaneo, che influisce sull’odore della pelle, possano avere un ruolo. Alcuni studi suggeriscono che la presenza di determinati acidi carbossilici sulla pelle possa renderla più attraente per le zanzare, trasformando alcune persone in veri e propri “magneti”. In passato, si era ipotizzato che il gruppo sanguigno 0 potesse attirare maggiormente le zanzare, ma le ricerche in merito hanno fornito risultati contrastanti. In ogni caso, sapere quali segnali le zanzare utilizzano per trovare le loro prede e come possiamo eventualmente interferire con questi processi è essenziale per sviluppare nuovi metodi di difesa. La comprensione della loro capacità di rilevare il calore corporeo, in combinazione con altri fattori, potrebbe portare alla creazione di nuove tecnologie o repellenti che possano bloccare questi segnali, riducendo così l’attività di questi fastidiosi e pericolosi insetti.