La morte sconcertante del cane amico dei bambini: Camillo è stato avvelenato

Il cane Camillo era il compagno ed amico di un bambino disabile e di altri fanciulli in difficoltà: per questo qualcuno ha pensato malevolmente di assassinarlo con del veleno posto nel cibo.

La morte sconcertante del cane amico dei bambini: Camillo è stato avvelenato

A Bottrighe, in provincia di Rovigo, è accaduto uno di quegli episodi che mai si vorrebbero raccontare riguardo agli animali che vivono assieme a noi: qualcuno ha avuto la pessima e malvaglia idea di assassinare un cane che era amico dei bambini in difficoltà.

Il cane Camillo, di razza meticcia e di otto anni di età, era il compagno di vita indispensabile di un bambino con una forma di disabilità grave. Il quattrozampe era stato adottato dapprima da una famiglia due anni fa, nel 2016, poi era stato affidato ad una associazione che si occupa di bambini disabili.

Camillo era noto per dare tanta gioia e felicità agli ospiti di questo ente benefico, tutti bambini con grandi difficoltà motorie e cognitive. I volontari e gli impiegati dell’associazione eranto tutti molto grati al cane Camillo per il bene che portava tra quei bimbi sfortunati, tanto che il nome di questo quattrozampe era diventato noto nei dintorni.

Il cane si era affezionato, in modo particolare, ad un fanciullo di sette anni di età che aveva una disabilità fisica piuttosto grave. I responsabili dell’associazione gli hanno concesso di portare Camillo con sé a casa per diventare il suo miglior compagno di giochi, pur riportando il gioioso cane in sede quando il ragazzo tornava di giorno a frequentarla con gli altri ragazzi.

Quindi ecco l’epilogo più odioso e raccapricciante per il cane che faceva sorridiere i bambini: una o più persone hanno pensato di compiere un gesto che si può definire solamente come malvagio, ponendo una gran quantità di veleno per lumache nella ciotola del cibo per cani nella quale Camillo si nutriva. Il cane è morto poco dopo aver ingerito il cibo avvelenato.

Fortissima è l’indignazione della famiglia del bambino: “Se a qualcuno dava fastidio poteva dirmelo, avrei provveduto tenendolo magari in casa, anziché in giardino, nelle ore più delicate del giorno. Ma ammazzarlo è stato un atto di grandissima crudeltà, inciviltà e vigliaccheria“.

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