La mattanza di 1500 delfini alle Isole Fær Øer

Potrebbe essere stata la più grande uccisione di delfini della storia delle isole Fær Øer, arcipelago del Regno di Danimarca nel nord dell’oceano Atlantico, dove la caccia ai cetacei è una tradizione locale.

La mattanza di 1500 delfini alle Isole Fær Øer

Secondo le fonti del giornale Guardian, alle isole Fær Øer, c’è stata una mattanza di delfini e balene pilota, mai avvenuta prima, le strazianti immagini mostrano l’isola ricoperta di sangue dei delfini spiaggiati, immagini che fanno rabbrividire, l’ira degli ambientalisti è stata immediata,  il gruppo di attivisti di Sea Shepherd ha ammesso che è stata una uccisione senza precedenti, la più sanguinosa di sempre.

Anche gli abitanti del posto hanno avuto da ridire, il tutto ha destato preoccupazione, la carne generalmente viene distribuita tra i partecipanti e le comunità delle isole, ma essendo in grande quantità c’è il rischio che venga rigettata in mare, non si capisce perchè gli esseri umani si accaniscano sugli animali con tale violenza e il perchè di questa tradizione.

I delfini dovrebbero essere trattati come specie protetta, invece sono stati accerchiati dalle barche che lasciandoli agonizzanti li hanno uccisi con le eliche, condotti verso le acque poco profonde della spiaggia di Skálabotnur, sull’isola di Eysturoy, l’indignazione è tanta da parte degli attivisti in quanto la caccia non sarebbe stata autorizzata e necessitava di licenza che i cacciatori non possedevano.

La caccia ai cetacei, che viene denominata in faroese “Grindadráp”, è un fenomeno al quale assistono gli abitanti del posto, una ricorrenza locale. Quella di domenica è stata definita la più grande uccisione avvenuta al mondo in una sola giornata, nei sei mesi della stagione di caccia annuale a Taiji, in Giappone, è stato ucciso lo stesso numero di delfini.

Bisognerebbe ritrovare quei valori che si sono persi con il tempo e le crudeltà verso gli animali finiscano, l’indignazione e la forza di agire per fermare queste tradizioni dovrebbe spingere l’uomo a rivalutare il suo rapporto con gli animali, che come avviene anche negli allevamenti intensivi non sono carne da macello ma esseri senzienti che dovrebbero essere rispettati.

Continua a leggere su Fidelity News