Indonesia: dimezzata l’altezza del Krakatoa, il vulcano che con il collasso ha causato il maremoto

Anak Krakatau, il vulcano indonesiano che ha causato lo tsunami con conseguente morte di 400 persone, ha perso metà della sua massa e la sua altezza è dimezzata.

Indonesia: dimezzata l’altezza del Krakatoa, il vulcano che con il collasso ha causato il maremoto

Le conseguenze del drammatico collasso del vulcano indonesiano che ha causato il devastante tsunami dello scorso sabato nello Stretto di Sunda sono diventate evidenti. I ricercatori hanno esaminato le immagini satellitari del Krakatoa per calcolare le quantità di roccia e cenere che sono sprofondate nel mare.

Dicono che il vulcano abbia perso più di due terzi della sua altezza e volume durante la scorsa settimana. Gran parte di questa massa mancante potrebbe essere scivolata in mare in un unico movimento. Questo spiegherebbe probabilmente lo spostamento dell’acqua e la generazione di onde alte fino a 5 metri che inondarono le coste vicine di Giava e Sumatra.

Indonesia: le conseguenze del terremoto

L’agenzia per i disastri in Indonesia afferma che oltre 400 persone sono ufficialmente morte e circa 20 persone sono ancora disperse, mentre oltre 40.000 sono state sfollate. Il Center of Vulcanology and Geological Hazard Mitigation (PVMBG) ha studiato le immagini di numerosi satelliti radar, tra cui la costellazione Sentinel-1 dell’Unione Europea e la piattaforma TerraSAR-X tedesca.

Il radar ha il vantaggio di poter vedere il terreno giorno e notte e di essere in grado di vedere attraverso le nuvole. Queste capacità tecnologiche hanno permesso di effettuare alcune misurazioni iniziali della statura di Anak Krakatau, in particolare sul lato occidentale. Come dichiarato dal PVMBG, quello che una volta era un cono vulcanico alto 340 metri è ora alto solo 110 metri. In termini di volume, 150-170 milioni di metri cubi di materiale sono sprofondati, lasciando solo 40-70 milioni di metri cubi.

Gli scienziati potrebbero avere un’idea migliore una volta avuta la possibilità di visitare il vulcano e condurre indagini più estese ed approfondite. Ma con le eruzioni ancora in corso e una zona rossa prossima al vulcano, nessuno osa avvicinarsi in questi giorni. Il crollo del cono con la conseguente generazione di tsunami fu già considerato un potenziale pericolo prima dell’accaduto di sabato scorso.

Gli scienziati hanno “predetto”  la possibilità di una situazione simile sei anni fa, identificando anche il fianco occidentale di Anak Krakatau come la parte del vulcano con più probabilità di franare. Lo studio, pur simulando un evento più ampio, prevedeva altezze delle onde e tempi di inondazione delle coste notevolmente simili a quanto effettivamente accaduto.

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