Il cane finanziere Denim trova 143 chili di stupefacenti al porto di Civitavecchia

Un duro colpo al traffico di stupefacenti è stato inflitto dai finanzieri e dal cane Denim a Civitavecchia: scoperti 143 chili di marijuana trasportati illegalmente su un autoarticolato.

Il cane finanziere Denim trova 143 chili di stupefacenti al porto di Civitavecchia

Un’operazione della Guardia di Finanza di Civitavecchia è scattata nella giornata di domenica 10 maggio: questa si è svolta durante una serie di ispezioni che si sono svolte al porto di Civitavecchia, dove transitano carichi provenienti da tutto il Mediterraneo occidentale, quindi da Francia, Spagna, Marocco e Algeria. Gli uomini si sono schierati alla ricerca di possibili trasporti di materiale illegale.

In azione, in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e con i finanzieri del comando provinciale di Roma, è entrato il cane Denim, un vero portento nella caccia di sostanze stupefacenti anche nei luoghi più nascosti, dotato di un fiuto praticamente infallibile. Il primo sospetto è sorto quando gli uomini della Finanza hanno notato un autoarticolato che trasportava merci poste alla rinfusa.

La documentazione e le bolle che accompagnavano il carico erano molto sommarie e così è partita l’ispezione, che il cane Denim ha reso fruttusosa nel giro di pochi istanti: le sue abilità innate hanno permesso di trovare, all’interno di alcuni bancali e nascoste per bene, 133 buste di cellophane contenenti marijuana, ciascuna di peso cospicuo.

L’autoarticolato, che proveniva da Barcellona, trasportava in totale ben 143 chili di marijuana, un carico che sarebbe stato destinato probabilmente alle piazze di spaccio della capitale e di tutto il centro Italia, che in totale avrebbe fruttato guadagni pari ad 1,5 milioni di euro. L’operazione portata a termine da Denim, tra quelle da lui compiute con la sua unità, è quella che ha portato ad emergere il maggior quantitativo di stupefacenti in un singolo sequestro.

L’autista del camion è un quarantenne di nazionalità greca, portato al carcere “Borgata Aurelia”, la casa circondariale di Civitavecchia. A disposizione della Procura della Repubblica, l’uomo dovrà spiegare alle autorità come e perché trasportasse quel carico illegale e di grande valore, dove fosse destinato e da dove proveniva, dal momento in cui si è imbarcato con il suo autoarticolato in Spagna.

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