Ikea, nuovo piano per migliorare la salute dei polli

Ikea Europa ha deciso di ridurre la sofferenza dei polli negli allevamenti della catena internazionale. L'obiettivo è migliorare la qualità degli allevamenti.

Ikea, nuovo piano per migliorare la salute dei polli

Ikea Europa ha proposto una soluzione e Animal Equality l’ha accettata. Si tratta di un piano che presenta l’obiettivo di ridurre la sofferenza dei polli allevati entro il 2025. Il piano proposto da Ikea prende il nome di Better Chicken Commitment ed è il primo di progetti simili proposti dal colosso dell’arredamento degli immobili.

Ikea presenta la divisione Ikea Food, che è quella parte dell’azienda che si occupa esclusivamente della ristorazione all’interno dei centri commerciali di tutta Europa. Era già da un po’ di tempo che il colosso aveva intenzione di proporre un piano con lo stesso fine e l’annuncio rispetta appieno i requisiti minimi richiesti dalle organizzazioni per la protezione degli animali allevati a scopo alimentare.

Ikea si schiera dalla parte dei polli

La particolare difesa nei confronti dei polli è dovuta al fatto che questi ultimi sono gli animali più sfruttati in assoluto. Le misure adottate per migliorare la qualità dell’allevamento saranno controllate da un apposito ente di certificazione esterno. Il direttore della Animal Equality apprezza il gesto di Ikea e afferma che anche se non porterà alla totale eliminazione della sofferenza negli allevamenti, il passo compiuto è comunque molto importante.

Ikea, dunque, ha deciso di ascoltare le voci dei consumatori che chiedevano una maggior trasparenza e considerazione per la sofferenza a cui sono sottoposti gli animali da allevamento. L’obiettivo di Animal Equality, però, è quello di eliminare completamente gli allevamenti: ciò significa che la strada da fare è ancora molto lunga e ripida.

Ci auguriamo che a questo impegno ne seguano molti altri, in modo che le modalità di allevamento dei polli in Europa subiscano dei radicali cambiamenti che possano concretamente aiutare centinaia di milioni di animali che, purtroppo, nel breve termine saranno coinvolti nelle filiere del settore alimentare“, spiega Matteo Cupi, il direttore dell’associazione Animal Equality.

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