I cani potrebbero proteggerci dal Coronavirus

Uno studio evidenzia la somiglianza delle proteine spike dei Coronavirus umani e dei cani. I risultati sono sorprendenti e il nostro fido potrebbe proteggerci.

I cani potrebbero proteggerci dal Coronavirus

Le università di Roma, Milano e Catanzaro hanno portato a termine un importante studio sulle proteine spike del Covid-19. Tali proteine sono caratteristica propria dei Coronavirus e appaiono come minuscole protuberanze dalla forma a spillo che ricordano una corona.

Oltre che dare il nome a questa famiglia di virus, la forma delle proteine spike risulta molto efficace  nel legarsi alle cellule polmonari, causando le pericolose infezioni dell’apparato respiratorio. Lo studio effettuato ha evidenziato che le proteine presenti nei Coronavirus dei cani sono molto simili a quelle presenti nel Covid-19 umano; la presenza di un cane potrebbe quindi indurre il nostro organismo a creare delle difese naturali contro il virus.

La famiglia dei Coronavirus è molto vasta ed è conosciuta sin dagli anni ’60. Con modalità e pericolosità diverse, attacca anche gli uccelli e mammiferi. La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Microbes and Infection, ha comparato gli elementi spike presenti nei bovini, nei cani e negli umani.

I risultati hanno evidenziato che proprio i nostri amici pelosi hanno caratteristiche più simili a quelle nostre, motivo per cui potrebbero stimolare il nostro organismo a creare delle difese naturali contro i Coronavirus. Si tratta di una teoria non ancora confermata ma di certo merita di essere vagliata e approfondita; se così fosse, i nostri fidati amici, oltre a non essere causa dell’ attuale espansione del virus, sarebbero un formidabile scudo naturale per i loro proprietari.

Maurizio Sanguinetti, direttore del Dipartimento Scienze di Laboratorio e Infettivologiche del Policlinico Gemelli, ha commentato la scoperta con queste parole: “Abbiamo riscontrato una somiglianza molto interessante delle sequenze del coronavirus respiratorio canino con quelle del Covid-19 umano“. Il prossimo step di questa ricerca si focalizzerà sulla conferma di una possibile stimolazione naturale che i cani potrebbero aver trasmesso ai loro proprietari, preservandoli quindi dalle conseguenze più gravi delle infezioni da coronavirus.

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