È giunto il momento di salutare Master e Baldo, i cani poliziotto dell’Unità Cinofila che hanno raggiunto la fine della loro onorata carriera. La Questura di Pescara, insieme a tutto il personale, desidera esprimere il suo saluto ufficiale ai due cani “colleghi” che si sono sempre distinti per la loro professionalità. Esperti di esplosivi e impiegati per le attività di bonifica in occasione di visite di alte personalità e grandi eventi, nonché nei servizi di polizia giudiziaria per la ricerca di armi, i due simpatici Labrador hanno lavorato soprattutto nella provincia abruzzese, ma hanno spesso svolto missioni in altre città grazie al loro notevole talento. Baldo ha iniziato il servizio in Polizia a giugno 2015, seguito da Master a luglio 2017.
Affiancando i loro conduttori Roberto e Lucio, hanno instaurato un rapporto speciale che ha reso evidente l’affetto e l’empatia reciproci. Per garantire che questi cani non subiscano danni da distacco, è stata presa la decisione di adottarli, in modo che possano continuare ad essere amati e coccolati come sempre. “Noi tutti abbiamo apprezzato ogni istante di questa lunga esperienza insieme e sentiremo la vostra mancanza!” concludono dalla Questura, esprimendo il loro affetto e la loro gratitudine.
La questione dei cosiddetti cani “da lavoro” è dibattuta da coloro che tengono in considerazione i diritti e il benessere degli animali. È difficile accettare l’immagine del cane eroe utilizzata per descrivere un’attività che sembra essere una forma di lucro. Gli animali sono impiegati in compiti pericolosi che possono causare loro danni o addirittura il decesso. È indubbio che questi compiti siano di grande valore, tuttavia è giusto interrogarsi se sia corretto mandare gli animali a sacrificarsi per noi a causa di fenomeni di cui siamo gli unici responsabili, come ad esempio i conflitti, creati dagli uomini per gli uomini, ma nei quali coinvolgiamo anche gli animali.
Basti pensare agli impieghi dei delfini da parte della Marina degli Stati Uniti per rilevare le mine nel mare, all’orso Wojtek che è stato insignito del grado di caporale nell’esercito polacco per il suo impegno decennale tra i militari, agli ufficiali dei servizi segreti americani che usavano gatti con microfoni nelle orecchie per renderli spiagge mobili insospettabili, o agli ordigni installati sui pipistrelli e lanciati contro le città giapponesi dalle forze americane durante la Seconda guerra mondiale.
Di fronte a questa realtà estremamente discutibile, in cui l’uomo è al centro e tutto il resto sembra dovergli servire, forse è necessario porci una domanda ancora più importante del semplice sacrificio degli animali per il nostro beneficio: dovremmo forse chiederci se sia giusto credere, come spesso accade, che esistano vite meno importanti di altre e che possano essere sacrificate senza pensarci troppo, indipendentemente dal fatto che siano umane o animali.
Dovremmo riflettere sulla necessità di difendere e proteggere tutte le forme di vita, riconoscendo che ogni essere vivente merita rispetto e considerazione, indipendentemente dalle sue caratteristiche o dal ruolo che assume nella società umana. Solo così potremo costruire un mondo più equo e compassionevole per tutti.