Gli orsi grizzly stanno morendo di fame: il clima segna nuove vittime

La crisi climatica sta peggiorando la vita anche degli orsi grizzly: il salmone di cui sono ghiotti si sta esaurendo a causa dell’aumento della temperatura, conducendo le madri con i loro cuccioli a tentare di sopravvivere spostandosi in altre zone.

Gli orsi grizzly stanno morendo di fame: il clima segna nuove vittime

Purtroppo la crisi climatica sta colpendo anche gli orsi grizzly: si trovano infatti in stato di denutrizione sulle rive del Canada Knight Inlet. Ghiotti di bacche, piante e salmone, sono alla ricerca disperata di cibo, tentando anche di trasferirsi in altre aree nonostante le minime energie a loro disposizione: le immagini delle madri con i cuccioli sono strazianti.

Faranno molta fatica infatti a superare il letargo invernale di 5-7 mesi che necessita di  grasso accumulato durante l’anno, viste le condizioni in cui si trovano: per questo gli ambientalisti stanno tentando di fare il possibile, portando loro domenica dei pesci donati dalla A-Tlegay Fisheries Society. Inizialmente ammucchiati in ghiacciaie per il trasporto in barca, li hanno poi lanciati lungo le coste, sperando di poterli così aiutare: l’ammirevole iniziativa dei volontari è stata subito apprezzata dagli orsi che hanno iniziato a mangiare, affamati com’erano, tant’è che perfino la loro diffidenza nei confronti degli uomini è stata per un momento mitigata, appostandosi a crica 30 piedi di distanza.

La località di Knight Inlet è particolarmente apprezzata dal turismo, nella canadese British Columbia, dove vive più della metà della popolazione degli orsi: molte sono le persone che accorrono da tutte le parti del mondo per poterli osservare, immersi nella natura selvaggia assieme alla fauna selvatica.

Il controllo dei glizzly di  Hoeya Sound e Lull Bay è da alcuni anni affidato alla First Nation di Mamalilikulla: il manager guardiano Jake Smith ha spiegato alla CNN che le loro condizioni sono peggiorate velocemente nel giro di due mesi, a causa della bassa popolazione di salmoni, che i pescatori commerciali della zona ritengono la peggiore degli ultimi 50 anni, chiedendo al governo un sostegno per la calamità.

Durante una conferenza stampa di settembre, il presidente dell’unione sindacale di categoria, Joy Thorkelson, ha dichiarato che gli impatti di questo disastro dovuto al cambiamento climatico sono estesi: le calde temperature hanno infatti aumentato quelle acquatiche, compromettendo così la crescita marina.

La Fisheries and Oceans Canada ha pubblicato ad agosto un rapporto in cui rilevava il riscaldamento del clima canadese ad una velocità doppia rispetto alla media globale: le ripercussioni sugli ecosistemi sono ovviamente drammatiche, associate anche alle ondate di calore marine, inondazioni e siccità che non fanno altro che peggiorare la vita dei pesci.

Inoltre, la piscicoltura a rete aperta sembrerebbe diffondere malattie ed inquinamento nelle acque, a causa dei rifiuti immessi e dei virus a cui vengono esposti i pesci: secondo la biologa Alexandra Morton, negli ultimi 30 anni ovunque nel mondo sia presente un allevamento di salmoni, si registra un declino della popolazione selvatica.

Pertanto il governo della Columbia Britannica, insieme alla First Nations, nel mese di dicembre ha avviato un piano di transizione dall’agricoltura a rete aperta, per permettere la ripresa della popolazione selvatica di salmoni entro il 2023: c’è però anche chi non è d’accordo, come la Canadian Aquaculture Industry Alliance, che considera tale iniziativa sconsiderata e non scientifica.

Sta di fatto però che la realtà parla chiaro: il fotografo naturalista Rolf Hicker ha reso possibile a tutti, grazie alle sue immagini pubblicate su Facebook il 23 settembre, di visionare e diffondere la consapevolezza delle drammatiche condizioni di denutrizione che affliggono la maggior parte dei grizzly.

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