Galapagos, crolla l’Arco di Darwin: "Colpa dell’erosione"

L'Arco di Darwin, nota formazione rocciosa naturale delle isole Galapagos, è crollato. Il ministro dell'ambiente dell'Ecuador spiega che è stata colpa dell'erosione naturale.

Galapagos, crolla l’Arco di Darwin: "Colpa dell’erosione"

Le Isole Galapagos hanno dovuto dire addio ad una delle loro meraviglie più note al mondo. E’ infatti stato reso noto in queste ore che il famoso Arco di Darwin è crollato, lasciando intatte solo le due colonne rocciose portanti laterali e perdendo la parte centrale arcuata da esse sostenuta.

La notizia del crollo della famosa formazione rocciosa naturale, che prendeva il nome da Charles Darwin, è stata data dal Ministro dell’Ambiente ecuadoriano su Facebook. In un post pubblicato lunedì sui social, accompagnato dalla foto di come si presenta adesso l’ex arco, è stato spiegato che la causa del crollo sia stata l’erosione naturale.

L’arco si trovava a poco meno di un chilometro da Darwin, l’isola più a nord dell’arcipelago delle Galapagos. La formazione e l’isola hanno il nome dal famoso biologo inglese in quanto fu il suo studio sui fringuelli dell’isola ad aiutarlo a illustrare la sua nota teoria dell’evoluzione nel 19esimo secolo.

Oggi disabitata, l’isola Darwin e le zone circostanti non sono aperte ai visitatori, ma le sue acque sono considerate uno dei luoghi migliori al mondo per le immersioni subacquee, ed è uno dei posti più ricercati per osservare diverse specie di squali ed altri animali marini rari. Tra le specie osservabili nell’arcipelago delle Galapagos si trovano infatti esemplari di squali martello, squali balena, squali Galapagos, razze, delfini e tartarughe marine, solo per citarne alcuni.

Le isole Galapagos, situate a circa mille chilometri dalle coste dell’Ecuador, vantano esemplari di flora e fauna unici del territorio e non esistenti in nessun altro luogo della terra. L’arcipelago, composto da 234 isole, è considerato una riserva biosferica ed è stato eletto dall’Unesco Patrimonio dell’umanità anche grazie alla sua biodiversità. Solo quattro delle oltre duecento isole sono abitate in pianta stabile, e sono circa 30mila persone le persone che ci vivono.

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