Le segnalazioni circa l’avvistamento dell’esemplare di pantera scappata nel foggiano, circa una settimana fa, si fanno sempre più frequenti: dalle testimonianze di chi assicura di averla vista, ai video che la riprendono a distanza. Poche ore fa, invece, sarebbe arrivata la prova della sua effettiva presenza: una capra brutalmente sgozzata.
Le ricerche della stessa pantera procedono con droni e gabbie, atte alla sua cattura, posizionate nella zona di San Severo nel foggiano. A scendere in campo sarebbero stati i Carabinieri Forestali ed il servizio veterinario dell’Asl locale; l’obbiettivo, spiegano le persone coinvolte, sarebbe quello di intrappolare l’animale e procedere con la sua sedazione tramite l’utilizzo di fucili ad anestetico.
A spiegare il comportamento della pantera, al fine di far conoscere al meglio l’esemplare, è il veterinario Federico Coccia, Presidente del Bioparco di Roma. Lo stesso, afferma che l’animale della famiglia dei felidi dev’essere scappato da un’abitazione della zona, poichè le attività di circo e zoo sarebbero obbligate a denunciarne la scomparsa e tale esposto non sarebbe mai stato presentato. La pantera, specifica lo specialista, rappresenterebbe un simbolo di potere nelle proprietà dei malavitosi.
Successivamente, Coccia, spiega come creda poco nella possibilità di cattura dell’animale: “In Puglia vengono usate due gabbie per tentare di intrappolarla, ne servirebbe 20 o 30.”, definendo tali strumenti poco adatti allo scopo. “È come se un terrorista girasse per i boschi con il kalashnikov. La pericolosità è la stessa.”, conclude.
La paura, quindi, è che la pantera possa aggredire qualcuno prima della sua cattura. L’esperto veterinario consiglia di agire seguendo le abitudini dell’animale: esso, infatti, mangiando solo il cibo che ha cacciato, in più giorni, potrebbe essere attirato in una delle gabbie posizionando al suo interno la capra aggredita nelle ore scorse.
In caso di incontro con la pantera, conclude Coccia, è consigliato indietreggiare lentamente, senza correre e senza gridare, in caso contrario l’animale potrebbe spaventarsi ed aggredire l’uomo, anche a causa della fame. Nelle case dei boss, spiega l’esperto, la pantera era probabilmente abituata a ricevere carne e la sua aggressività veniva stimolata dagli stessi proprietari.