Elefanti usati come attrazione turistica: queste immagini scioccanti mostrano la loro sofferenza (2 / 2)

Nel video riportato in basso e pubblicato dall’associazione “Circa” viene spiegato che gli elefanti, prima di essere impiegati nelle attività turistiche, subiscono un processo noto come “phajaan” che ha radici antiche e che servirebbe a separare lo spirito dal corpo dell’elefante così che questo possa obbedire all’uomo.

Le torture sono davvero atroci, al punto tale che l’elefante decide di non ribellarsi più e di sottostare alla volontà dell’uomo per non provare altro dolore ed altra sofferenza ed ecco che diventa un vero e proprio giocattoli per turisti incoscienti ed inconsapevoli del dolore che ha vissuto quell’animale per essere così dolce ed accogliente.

Le attività in cui vengono impiegati gli elefanti sono di per sè una tortura per questi animali, se non fisica, di certo lo sono dal punto di vista psicologico.

Per fortuna, esistono persone come Sangduen “Lek” Chailert che sta spendendo tutte le sue energie e le sue risorse per aiutare gli elefanti e mettere fine a questo strazio. La donna è una delle fondatrici dell’Elephant Nature Park, che si trova a Chang Mai, in Thailandia.

La donna riesce a trovare una particolare sintonia con questi animali e passa svariate ore a cantare per loro, ad accarezzarli, e cercando di placare lo stress ed il nervosismo accumulato durante la loro triste “carriera”. Uno di loro, un elefante che si chiama Faa Sai, ad esempio adora addormentarsi proprio mentre Lek canta una ninna nanna.

Non resta dunque che guardare questo video per comprendere quanto male facciamo a queste creature alimentando il mercato turistico che li vede protagonisti.