Delhi, vietata detenzione in gabbia e vendita di uccelli esotici

Maltrattati, catturati e a rischio di estinzione, è stato questo il destino degli uccelli in India fino alla svolta animalista; a Delhi una sentenza vieta la vendita e la detenzione in gabbia di uccelli esotici.

Delhi, vietata detenzione in gabbia e vendita di uccelli esotici

Sono molte le specie di uccelli esotici che rischiano l’estinzione e in India una sentenza segna una svolta animalista per la loro protezione: è stata vietata la vendita e la detenzione in gabbia di uccelli esotici. Per gli indiani gli uccelli sono da sempre animali domestici destinati al divertimento delle famiglie, al principio solo famiglie nobili.

Oggi questo mercato è incoraggiato dal ruolo cerimoniale che hanno specialmente durante i matrimoni, dove, per motivi propiziatori, avviene la loro liberazione. Inoltre, molte specie di volatili, tra cui soprattutto i pappagalli, subiscono una colorazione artificiale del piumaggio per renderli uguali ad altre specie più rare o meno pregiate, a seconda dell’occasione di vendita.

Nel mondo è presente un vasto mercato di contrabbando in cui gli uccelli, catturati illegalmente, vengono detenuti in gabbie troppo piccole e mutilati, con tagli alle coda e alle ali, causando ai volatili sofferenza e impossibilità a volare, in attesa dei compratori. A smascherare tutti questi abusi è stata un’inchiesta che ha rivelato anche gli episodi di contrabbando delle specie protette.

La sofferenza degli uccelli comincia con la cattura, due uccelli vengono resi ciechi e lasciati ad emettere richiami di aiuto su un lenzuolo, fungono così da esche vive per attirare altri uccelli che vengono immediatamente catturati. Con questo metodo i contrabbandieri ne catturano circa un centinaio per volta.

Un destino ancora peggiore attende agli uccelli durante la fase di esportazione da un paese all’altro, perchè viaggiano in condizioni terribili e di forte stress, che causano la morte del 60% degli esemplari: dapprima gli viene chiuso il becco con fascette di plastica, poi vengono nascosti per interminabili ore in indumenti intimi o scarpe, oppure in tubi, bottiglie, piccole scatole e valige e vengono, quindi, lasciati completamente senza acqua, cibo e aria.

I contrabbandieri recuperano i costi e guadagnano vendendo a caro prezzo il restante 40% di uccelli sopravvissuti. In realtà da tempo esiste in India una legge che vieta la vendita e l’esportazione di uccelli locali, ma questo divieto è sempre stato aggirato dai commerciati, che spacciavano le spiecie del posto per esotiche, con la tecnica della colorazione del piumaggio.

La sentenza odierna della Corte indiana è, dunque, senza precedenti, in quanto riguarda ogni tipo di volatile e nei verbali è stato dichiarato: “Tutti gli uccelli hanno il diritto di essere liberi e volare nel cielo e nessuno ha il diritto di tenerli in piccole gabbie per scopi commerciali o altro”. Si spera così di fermare il contrabbando di questi animali, con grande gioia di animalisti e ambientalisti in primis.

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