Creati gli embrioni per evitare l’estinzione dei rinoceronti bianchi

Gli ovociti dei 2 unici esemplari al mondo di rinoceronte bianco sono stati fecondati con gli spermatozoi appartenenti ad altrettanti maschi deceduti, conservati criogenicamente in precedenza: il tasso di maturazione è stato al di sopra delle aspettative

Creati gli embrioni per evitare l’estinzione dei rinoceronti bianchi

In tutto il nostro pianeta sono rimaste in vita solo 2 meravigliosi esemplari femmina di rinoceronte bianco del nord: Sudan, infatti, l’ultimo maschio vivente, è morto nel mese di marzo dell’anno scorso per cause naturali, mentre il suo predecessore era deceduto nel 2014.

Oggetto del desiderio dei bracconieri e della cultura asiatica che vede nelle loro corna una fonte panacea, le loro carcasse erano diventate un redditizio profitto: è così che lo stupendo rinoceronte nero occidentale si è estinto anni fa ed ora sta rischiando di fare la stessa fine anche quello bianco.

La drammatica constatazione ha indotto gli scienziati a trovare una soluzione per evitarne l’estinzione di questa stupenda creatura: è così che ne sono stati creati due embrioni, fertilizzandoli con successo in vitro, dopo aver prelevato il 22 agosto 10 ovociti dalle superstiti Fatu e Najin, residenti in Kenya all’Ol Pejeta Conservancy.

Trasportati successivamente in via aerea al laboratorio italiano Avantea Srl, specializzato in tecnologie avanzate per la riproduzione animale e la ricerca biotecnologica, Cesare Galli ne ha guidato la procedura di fecondazione.

Gli spermatozoi invece sono stati reperiti dal congelamento criogenico effettuato in precedenza ai 2 maschi esemplari maschi quando erano ancora in vita, in attesa dell’avanzamento della tecnologia riproduttiva.

I ricercatori cremonesi hanno potuto quindi procedere alla fecondazione il 25 agosto: 7 dei 10 ovociti sono stati maturati ed inseminati artificialmente, di cui 4 di Fatu e 3 di Najin, grazie alla tecnica Intra Cytoplasm Sperm Injection. Il tasso di maturazione si è rivelato al di sopra delle aspettative, paragonato a quello ottenuto con cavalli e con femmine di rinoceronte bianco meridionale.

Gli embrioni sarebbero al momento immagazzinati nell’azoto liquido in attesa di essere impiantati nella madre surrogata di rinoceronte bianco meridionale, visto che Fatu e Najin non hanno le capacità di portare a termine una gravidanza: sarebbe il coronamento di un successo delle tecniche pionieristiche di riproduzione assistita, insperato fino a 5 anni fa, come dichiarato da Jan Stejskal dello zoo Dvůr Králové, loro luogo natale nella Repubblica Ceca.

Allo straordinario processo ha partecipato anche l’Istituto Leibniz per la ricerca sugli zoo e la fauna selvatica, guidato da Thomas Hildebrandt, oltre all’Ol Pejeta Conservancy ed al Kenya Wildlife Service, mentre il finanziamento del programma di ricerca BioRescue è giunto dal ministero federale tedesco per l’Istruzione e la Ricerca.

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